media internazionali in israele e a gaza

Dobbiamo e vogliamo parlare di affidabilità dei media occidentali in merito alle notizie su Israele e più in generale sulla guerra con Hamas se scopriamo che le loro fonti sono in maggioranza palestinesi e addirittura legate ad Hamas?

È di questa mattina la notizia secondo la quale la NBC News ha tagliato i ponti con una giornalista palestinese che lavorava per il network dopo che la stessa è stata arrestata dalle autorità israeliane con l’accusa di incitamento al terrorismo.

Marwat Al-Azza, residente a Gerusalemme Est, è accusata di aver celebrato sui social media il rapimento di israeliani avvenuto il 7 ottobre.

In un post avrebbe scritto di una donna anziana portata a Gaza: “Mi sta uccidendo, è una commedia nera, la vecchia sembra felice, un po’ di azione prima di morire”.

In un altro: “Sirene in continuazione, gli ebrei si nascondono e gli arabi sono fuori a bere caffè sui loro balconi”.

La NBC ha dichiarato: “L’indagine sulla signora Azza non è legata a NBC News. Si basa sui suoi post personali su Facebook che precedono il periodo trascorso con noi come freelance. Non eravamo a conoscenza di questi post prima di assumere la signora Azza quattro settimane fa. Non contribuirà ai nostri servizi in futuro”.

Questo, purtroppo, è solo uno dei tanti casi in cui un grande media internazionale usa fonti palestinesi trasformando spazzatura in notizie attendibili.

Ma il caso più eclatante resta il fantomatico “Ministero della sanità di Hamas” il quale dall’inizio del conflitto ha dato numeri assolutamente non verificati sulle vittime civili ma che, purtroppo, vengono presi per oro colato dai media internazionali.

Nessuno che si chieda se quei numeri sono verificati, quanti tra le vittime sono in realtà miliziani, quanti morti sono da attribuire alle migliaia di razzi difettosi sparati da Hamas e ricaduti sulla Striscia di Gaza, e via dicendo.

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