Ieri la Turchia ha minacciato ritorsioni nel caso la regione autonoma del Kurdistan iracheno decidesse di tenere l’annunciato referendum per l’indipendenza previsto per il prossimo 25 settembre.

Il ministro turco dell’energia e delle risorse naturali, Berat Albayrak, durante una intervista televisiva ha detto che «l’Iraq settentrionale – il Kurdistan – pagherà un caro prezzo se dovesse decidere di tenere il referendum per l’indipendenza». In particolare il ministro turco si riferisce all’accordo sulla cooperazione energetica sottoscritto dalla Turchia e dal Kurdistan iracheno che potrebbe esser emesso a rischio da una eventuale indipendenza del Kurdistan in quanto scatenerebbe una controversia che potrebbe portare persino a un conflitto armato per il controllo dei pozzi petroliferi del nord dell’Iraq.

La dichiarazione del ministro turco arriva dopo che mercoledì il Presidente del Kurdistan iracheno, Masoud Barzani, aveva confermato l’intenzione di tenere il referendum per l’indipendenza del Kurdistan il prossimo 25 settembre scatenando immediate reazioni sia da Baghdad che da Ankara. Contrari si sono detti anche gli iraniani.

Nel 2014 la Turchia e il Kurdistan iracheno hanno sottoscritto un accordo sull’energia che prevede il trasporto delle risorse estratte nella regione settentrionale dell’Iraq attraverso la Turchia per poi essere indirizzate verso l’Europa. Un accordo quindi indispensabile per il Kurdistan.

Il timore di Ankara è che la nascita di uno Stato del Kurdistan totalmente indipendente scateni le rivalse degli altri gruppi curdi tra i quali il più numeroso è proprio quello turco.

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