Calma, chi si affretta a vedere nella rivolta contro Hamas in corso nella Striscia di Gaza una rivolta del popolo contro anni di dittatura islamista che ha ridotto alla fame milioni di persone, potrebbe scambiare fischi per fiaschi.
E’ vero che la gente se la sta prendendo con l’elite al comando a Gaza, il che vuol dire protestare contro Hamas, ma i manifestanti non stanno chiedendo la fine della dittatura islamista, almeno non direttamente, la gente chiede più soldi, cioè una redistribuzione più equa del denaro distribuito dal Qatar.
Già, il denaro del Qatar, è questa la molla che ha scatenato le proteste viste in questi giorni nella Striscia di Gaza, una specie di boomerang inaspettato per tutti.
Quel denaro è andato esclusivamente ai membri di Hamas. Nemmeno un dollaro di tutti quei milioni è finito a chi non ha denaro per comprare il cibo.
I manifestanti non chiedono la fine del regime, non chiedono lavoro, non chiedono infrastrutture che pure sono state finanziate dalla UE, dall’Onu e dallo stesso Qatar. No, i manifestanti chiedono un po’ di denaro.
Nessuno per esempio ha chiesto ad Hamas di non investire quel denaro in armi o nei tunnel del terrore, nessuno ha chiesto ad Hamas di mettere fine allo stillicidio di attentati contro Israele in modo da poter accedere agli aiuti umanitari e di raggiungere un qualche accordo con lo Stato Ebraico che possa migliorare la vita della popolazione di Gaza. Niente di tutto questo viene chiesto durante le manifestazioni. Vogliono solo un po’ di soldi.
Possono le manifestazioni contro Hamas mettere fine al regime islamista? No, non possono. A qualcuno piace crederlo, ai più ottimisti piace credere in una sorta di “primavera araba” che punti a destituite il gruppo terrorista palestinese, ma non è così, o almeno non è quello che gli ottimisti credono.
Qualcuno soffia sul fuoco della rivolta, soprattutto la Jihad Islamica e l’Autorità Palestinese, ma nessuno di loro punta ad instaurare nella Striscia di Gaza una forma di democrazia, nessuno punta a modernizzare la Striscia con la costruzione di infrastrutture, nessuna punta a mettere fine al conflitto strisciante (ma non troppo) con Israele. Non sono gli argomenti portati avanti dai manifestanti. E alla fine la cura potrebbe essere peggiore della malattia.