La Russia ha convocato l’ambasciatore israeliano a Mosca Alexander Ben Zvi – per altro di origine ucraina – per avere ulteriori spiegazioni in merito all’attacco che la scorsa settimana ha bloccato l’aeroporto di Damasco, attacco largamente attribuito a Israele.
Il vice Ministro degli esteri russo, Mikhail Bogdanov, ha chiesto chiarimenti ulteriori chiarimenti in merito all’attacco che ha paralizzato l’aeroporto di Damasco e ha rimarcato il fatto che la Russia non fosse stata avvisata così come prevede il meccanismo russo-israeliano per gli attacchi in Siria.
Bogdanov ha altresì ribadito all’ambasciatore israeliano che «la Russia non è soddisfatta delle giustificazioni di Gerusalemme» e che «attende ulteriori chiarimenti».
Bogdanov ha anche sottolineato che la Russia non permetterà che la Siria venga trasformata in un teatro di guerra tra parti esterne e ha insistito sul fatto che Israele rispetti l’integrità territoriale della Siria.
Questa è una contraddizione in termini che dimostra non solo tutta la malafede russa ma anche il motivo per cui Israele non ha avvisato Mosca del raid su Damasco.
Se infatti fosse vero che Mosca non intende trasformare la Siria in un teatro di guerra tra parti esterne, per quale motivo permette a Hezbollah di rimanere in territorio siriano e perché agevola il trasporto di armi e uomini dall’Iran alla Siria.
Ed ecco svelato anche il motivo per cui Israele non ha avvista Mosca, perché i russi sono troppo legati agli iraniani, soprattutto dopo l’aggressione di Mosca all’Ucraina che ha provocato l’isolamento internazionale della Russia. Il rischio che potessero avvisare gli iraniani era troppo alto.
E anche in merito al cosiddetto “meccanismo russo-israeliano” che regolamenta la presenza di aerei israeliani nei cieli siriani. Ormai è superato dagli eventi, dal fatto che Israele può colpire anche dal territorio libanese o dal Golan, ma soprattutto dal fatto che Mosca ha agevolato il dispiegamento di forze iraniane in Siria avvisando gli iraniani appena possibile di eventuali attacchi israeliani.
Quindi se il vice ministri degli esteri russo, Mikhail Bogdanov, vuole davvero delle risposte sull’attacco all’aeroporto di Damasco le vada a cercare a Mosca, non a Gerusalemme.