Sulla Siria quanto si può fidare Israele di Putin? A sentire il presidente del comitato per gli affari esteri e la difesa della Knesset, Avi Dichter, Israele può stare tranquillo e dormire tra due cuscini che alla presenza iraniana in Siria ci pensa Putin.

Cosa fa essere così tranquillo il Presidente della commissione difesa della Knesset? Ha avuto rassicurazioni dalla Russia durante il viaggio istituzionale fatto pochi gironi fa da lui e da altri cinque membri del comitato da lui presieduto.

«La Russia sta lavorando affinché il presidente siriano Bashar Assad controlli totalmente la Siria e che il paese sia privo di forze straniere, incluse le forze iraniane» ha detto Avi Dichter in una intervista rilasciata a Israel Hayom.

Le dichiarazioni di Dichter andrebbero quindi a confermare le voci di stampa secondo le quali Putin sarebbe rimasto sensibile alle richieste israeliane condite anche da minacce di intervento se l’Iran si fosse posizionato stabilmente in Siria.

Ora, il problema è che tutti parlano senza fare i conti con l’oste, che in questo caso è l’Iran. Teheran ha puntato troppo sulla sua permanenza in Siria per andarsene come se nulla fosse. Hezbollah, proxy di Teheran, ha perso diverse migliaia di uomini nella guerra in Siria, le stesse Guardie della Rivoluzione iraniana (i pasdaran) sembra che abbiano subito decine di perdite. Il tutto non per salvare Assad o per sconfiggere i terroristi dell’ISIS, come dicono gli iraniani, ma per creare qual corridoio tra Teheran e Beirut indispensabile all’Iran sia per rifornire facilmente di armi gli Hezbollah, che per avere un accesso al Mediterraneo. Per non parlare poi della possibilità di piazzare le proprie truppe al confine con Israele.

Gli iraniani non hanno fatto tutto questo per andarsene solo perché Putin non vuole fare un dispetto a Israele. Chi pensa il contrario deve farsi vedere da qualcuno molto bravo.

Putin è intervenuto in Siria per salvaguardare i propri interessi (le basi in Siria), così hanno fatto gli iraniani. Il salvataggio di Assad, con tutto quello che ha comportato, è legato unicamente a questi fattori e a niente altro. Dimenticatevi quindi fantomatici quanto fantasiosi accordi segreti tra Assad e Putin per far contento Israele. Se gli iraniani e gli Hezbollah dovessero andarsene dalla Siria, Assad si ritroverebbe i ribelli sotto casa in due giorni, questo il dittatore siriano lo sa benissimo. Figuriamoci se accetta accordi trasversali per accontentare gli israeliani.

E’ pur vero che Putin ha fatto trapelare diverse volte che non vuole presenze straniere in Siria, ma tra il dire e il fare c’è il mare, ma soprattutto ci sono diverse basi iraniane tra le quali una in costruzione. Oltretutto l’unica dichiarazione ufficiale russa in merito alla presenza iraniana in Siria è quella di Lavrov il quale afferma che «l’Iran è legittimato a mantenere la sua presenza in Siria».

Quindi, di cosa stiamo parlando? Da cosa deriva tutto questo diffuso ottimismo sul fatto che Putin tutelerà gli interessi di Israele ed espellerà gli iraniani dalla Siria o farà in modo che si posizionino lontano dai confini israeliani?

E allora per tornare alla domanda iniziale, cioè quanto si può fidare Israele di Putin, la risposta è: per niente. Non sarà Putin a tutelare gli interessi di Israele, non può e probabilmente non ha nessun interesse a farlo. Non può perché gli iraniani adesso passeranno alla cassa di Assad per riscuotere la loro fetta di terra e non se ne andranno per nessun motivo. Non ha interesse a farlo perché tutta la politica estera di Putin in Medio Oriente dice che la Russia è dall’altra parte della barricata rispetto a Israele. Perché mai Putin dovrebbe aiutare lo Stato Ebraico?