Se ne sono accorti anche i media arabi che la reazione del mondo musulmano alla decisione del Presidente Trump di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele non ha “infiammato” il mondo islamico.
Fatima Mohie-Eldin scrive su Muftah che «la decisione degli Stati Uniti su Gerusalemme evidenzia l’indifferenza regionale nei confronti della Palestina» mentre Ali Abunimah, co-fondatore di Electronic Intifada, ha dichiarato ad Al Jazeera che «le dichiarazioni rese dai regimi arabi sono rigorosamente per il consumo pubblico» volendo intendere che sono solo a favore dell’opinione pubblica araba ma che in effetti agli arabi di Gerusalemme e della Palestina non importa nulla.
Molto lucida l’analisi di Elhanan Miller che nella mossa di Trump ci vede una umiliazione ad Abu Mazen, punito soprattutto per aver ignorato l’intimazione da parte del Congresso Americano di smetterla di finanziare e quindi premiare le famiglie dei terroristi palestinesi.
Ed è proprio Abu Mazen unitamente ad Hamas ad aver stancato gli arabi. Chiunque con un minimo di cervello, anche tra gli arabi, si rende conto che ormai la questione palestinese non ha più la sua ragione d’essere. Nata 70 anni unicamente in configurazione anti-israeliana, oggi la questione palestinese è diventata un peso insopportabile per le politiche arabe, un peso lungo la strada dello sviluppo e della normalizzazione, un ostacolo alla guerra ai veri nemici degli arabi, cioè gli iraniani.
Anche tra la gente comune araba quando parli dei palestinesi non puoi non notare il fastidio per una storia che ormai va avanti da oltre 70 anni e della quale non si vede la fine a causa degli interessi milionari che vi ruotano intorno. D’altra parte non ci vuole nemmeno molto per capire cosa ne pensano gli arabi dei palestinesi, basta guardare a come trattano i finti profughi palestinesi nei Paesi arabi che li accolgono. Rinchiusi in campi (che poi sono città) senza alcun Diritto e repressi duramente appena provano a chiedere qualcosa.
Tutto finitito qui quindi? Non direi. Erdogan, l’Iran, Hamas, gli Hezbollah, le tante ONG che campano di palestinesimo e persino Abu Mazen cercheranno di approfittare della situazione per far rialzare la testa alla vetusta e noiosa questione palestinese. Cercheranno di alzare la posta e di presentare al mondo musulmano qualche decina di “martiri”, perché si sa, i musulmani sono molto sensibili ai martiri. Cercheranno in tutti i modi di provocare una reazione israeliana. No quindi, non è affatto finita qui. Ma se c’è una cosa che la decisione di Trump ha certificato è la fine della causa palestinese così come la conoscevamo.