La notizia del ritiro delle batterie di missili Patriot dall’Arabia Saudita è arrivata come un fulmine a ciel sereno a Riyad.
Washington ha deciso infatti di rimuovere le due batterie di missili Patriot schierate in Arabia Saudita dopo gli attacchi iraniani contro le infrastrutture saudite dello scorso settembre.
Sono in totale quattro le batterie di Patriot che il Presidente Trump ha deciso di ritirare dal Medio Oriente, due delle quali, appunto, schierate in Arabia come deterrente a nuovi attacchi iraniani. Rientreranno anche circa 400 militari (800 se si considera l’intero Medio Oriente), in buona parte personale non combattente o addetto alle stesse batterie.
La sorpresa di MBS
La decisione di Trump ha colto completamente di sorpresa il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman (MBS), che solo pochi giorni fa aveva accettato molto di malavoglia di ridurre le estrazioni di petrolio pur di accontentare il Presidente americano che si dice avrebbe minacciato proprio il ritiro dall’Arabia Saudita.
Colti di sorpresa anche i tanti analisti che si interessano di Medio Oriente, i quali non capiscono i motivi di questa decisione di Trump che nei fatti potrebbe spingere l’Iran a diventare molto più aggressiva verso Riyad.
Alcuni sostengono che è proprio quello che vorrebbe Trump per avere una scusa buona per attaccare l’Iran. Altri parlano di “dissensi commerciali” tra Trump e MBS e che la decisione non sarebbe altro che un modo per fare pressione su Riyad, anche se non si capisce bene su cosa e per cosa. «L’Arabia Saudita deve ricordare e dare il giusto peso alla sicurezza garantita dagli Stati Uniti al Regno» avrebbe detto un funzionario americano alla Reuters.
In realtà nessuno sa bene i motivi di questa decisione a sorpresa del Presidente Trump che nei fatti allenta la sua pressione sull’Iran e contemporaneamente lascia l’Arabia Saudita “sguarnita” contro nuovi eventuali attacchi balistici iraniani.