La Turchia fa un altro passo verso la dittatura di Erdogan. Il Parlamento turco ha approvato un disegno di legge per la riforma costituzionale che apre la strada a un referendum per trasformare la Turchia in un sistema presidenziale, di fatto un conferimento di poteri a Erdogan quasi illimitato.
La decisione è a tutti gli effetti una vittoria del Presidente Erdogan che, nel caso la Turchia si dovesse trasformare in un sistema presidenziale, avrebbe nelle sue mani la quasi totalità dei poteri, dalla possibilità di emanare decreti legge fino alla capacità di nominare i ministri, da quella di dichiarare lo stato di emergenza fino a quella di sciogliere il Parlamento. Di fatto siamo di fronte a una concentrazione di quasi tutti i poteri nelle mani di Erdogan.
La sessione parlamentare è andata avanti a tappe forzate per tutta la notte fino a quando nelle prime ore di questa mattina il decreto legge che cancella la soglia minima per indire un referendum che sancisca la riforma costituzionale è stata approvata.
Durissima la reazione delle opposizioni che giudicano la riforma costituzionale un colpo di mano di Erdogan che potrebbe rimanere al potere fino al 2029. Secondo le opposizioni (e anche secondo diversi osservatori internazionali) la riforma costituzionale voluta da Erdogan punta a trasformare la Turchia da un Paese laico e democratico in una dittatura islamica mascherata da democrazia. Felicitazioni invece arrivano dai vertici della Fratellanza Musulmana e non solo da quella turca.
Sgomento tra le cancellerie occidentali per questa decisione che rischia di allontanare ancora di più la Turchia dai valori democratici e da quelli occidentali. Preoccupazioni anche dall’Unione Europea che vede in questa decisione la volontà di affermare il concetto di “un uomo solo al comando”.
Il referendum si dovrebbe tenere il prossimo 26 marzo e comunque non oltre la metà di aprile 2017.