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Questa mattina il giornale La Repubblica riporta in prima pagina (cartacea e online) la notizia del presunto arresto di un bambino palestinese di appena 5 anni. Nel farlo propone un video distribuito ieri da B’Tselem, una Ong filo-palestinese israeliana che,sempre la Repubblica, definisce “una delle Ong più importanti di Israele” ma che in realtà si è spesso distinta per rapporti falsi e tendenziosi, non certo imparziali, rapporti o scoop che guarda caso vengono distribuiti sempre in prossimità delle attribuzioni dei fondi alle Ong in Medio Oriente da parte dell’Unione Europea.

Ma andiamo con ordine. Secondo quanto scrive La Repubblica, “nelle immagini, risalenti a due giorni fa, un bambino palestinese di cinque anni viene fermato dall’esercito israeliano a Hebron e tenuto in custodia assieme al padre (l’uomo bendato che compare all’inizio del video) per due ore. Il ragazzino è stato arrestato per aver lanciato un sasso contro un’automobile di coloni” . Prima falsità tendenziosa. Il bambino non è stato affatto arrestato. I soldati dell’IDF lo hanno semplicemente fatto salire in un loro mezzo e lo hanno portato a casa sua dato che il padre era in arresto. A confermarlo non sono i militari israeliani ma la polizia palestinese alla quale è stato affidato il padre del ragazzino che, per la cronaca, è stato multato (dai palestinesi) di 5.000 dinari per aver messo il sasso in mano al bambino e averlo incitato a lanciarlo. Bastava che La Repubblica avesse appurato i fatti per rendersene conto in appena due nanosecondi. Certo, il bambino piange perché non vuole entrare nel mezzo militare, cosa del tutto normale, ma i militari israeliani sono stati più giudiziosi del padre che, al contrario, ha messo il sasso in mano al ragazzino.

E qui veniamo al secondo punto. Negli ultimi mesi si sono avuti decine di incidenti causati dal lancio di sassi contro vetture dei coloni. Non sono, come dice la Ashton e qualche buonista occidentale a tempo, degli innocui gesti di protesta. Quei sassi feriscono e uccidono, spesso bambini ebrei innocenti di cui però nessuno parla perché un bambino ebreo ferito, anche gravemente, non fa notizia. Ma quello che più fa arrabbiare di tutta questa storia è che le Ong che si definiscono a difesa dei Diritti dei bambini palestinesi non si sognano nemmeno di condannare chi cresce questi bambini in un clima di odio permanente e che gli mette in mano quei sassi (guardate questo video per rendervi conto che non si tratta di sassolini sporadici) rischiando di trasformarli nei futuri terroristi. Quella si che è una violazione dei Diritti dei bambini palestinesi. Per non parlare poi di quello che succede a Gaza dove ai bambini viene insegnata la guerra con armi vere e addirittura insegnato l’ebraico perché “è importante conoscere la lingue del nemico così da poterlo ingannare”. E cosa sono queste se non gravissime violazione dei Diritti dei Bambini Palestinesi che vengono trasformati in bambini soldato esattamente come succede in Uganda o in Congo? Eppure se lo fanno i palestinesi tutti tacciono.

Infine parliamo della tempistica di questi presunti scoop di Ong come B’Tselem e altre organizzazioni filo-palestinesi. Qualcuno ci dovrebbe spiegare come mai questi “scoop” escono sempre quando l’Unione Europea si appresta a discutere della distribuzione dei fondi da destinare alle Ong in Medio Oriente, appuntamento fissato guarda caso per il 16 luglio. E non è la prima volta che succede. Poi nessuno fa caso al fatto le due ore di “arresto” dichiarate da B’Tselem (e da Repubblica) sono in effetti 45 minuti, il tempo di consegnare il bambino a un familiare, nessuno fa caso al fatto che la stessa polizia palestinese abbia smentito l’arresto de bambino e che addirittura abbia multato il padre. E’ tutto regolare, si fa questo e altro per ottenere fondi.

Insomma, siamo di fronte all’ennesimo caso di montatura mediatica supportata incredibilmente da giornali sinistri che non esitano, loro si, a violare i Diritti dei bambini palestinesi che invece di essere in strada a tirare sassi e a ferire gente, oppure in un campo scuola di Gaza con un mitragliatore in mano, dovrebbe fare quello che tutti i bambini del mondo fanno, studiare e giocare.

Miriam Bolaffi