Oggi è l’ultimo giorno utile per raggiungere un accordo sul programma nucleare iraniano e per quello che si può sapere non ci sarà alcun accordo, al massimo un ulteriore rinvio di altri sei mesi. Ennesima e pericolosa perdita di tempo.

I punti del contendere

Parliamoci chiaro, non esiste una persona in occidente (che sia almeno minimamente senziente) che non pensi che il programma nucleare iraniano non sia un programma militare. Solo chi è in malafede può affermare il contrario mentendo sapendo di mentire. Il fatto nuovo quindi non è che l’Iran abbia accettato di rinunciare alla bomba atomica ma che l’occidente accetti un Iran dotato di bombe atomiche. La differenza sta nei tempi. Obama si è dato un limite temporale di 10 anni, gli Ayatollah la vogliono al massimo tra un anno, un anno e messo. Tutto il contendere sta in questo e non, come vogliono farci credere, in una assurda rassicurazione da parte dell’Iran di implementare un programma civile.

Obama ha sempre sostenuto che fosse meglio un cattivo accordo piuttosto che un conflitto armato e nel corso del tempo, pur di evitare lo scontro armato con l’Iran, ha praticamente concesso di tutto. Si è passati dalla richiesta di mantenere il numero delle centrifughe per l’arricchimento dell’uranio a 1.500, più che sufficienti per un programma civile, ad accettare l’imposizione iraniana di mantenere le attuali 9.000 centrifughe (più tutte quelle di cui non si conosce l’esistenza). Nel frattempo molte delle sanzioni economiche imposte all’Iran sono state tolte, a volte ufficialmente altre volte solo di fatto. E’ stato proposto all’Iran di far convertire il proprio uranio dalla Russia in modo che le barre di uranio restituite fossero utili solo per una centrale civile. L’Iran ha prima accettato salvo poi rimangiarsi tutto e nessuno ha avuto da ridire. E’ stato chiesto più volte di avere accesso alle centrali di Fordo e di Arak ma l’Iran lo a sempre negato. Anche qui tutti in silenzio se si fa eccezione per la AIEA. Insomma, a un certo punto si è deciso di non cercare più di fermare il programma nucleare iraniano ma solo di tentare di rallentarlo. Questo è l’unico dato di fatto certo.

I problemi per Obama e per gli Ayatollah

Dove nascono allora i problemi per Obama e per gli Ayatollah se c’è un tacito accordo di fondo? Nascono dal tempo. Obama tra due anni non sarà più Presidente degli Stati Uniti e anche ora ha qualche problema a togliere ulteriori sanzioni all’Iran in quanto il Congresso, in mano ai Repubblicani, potrebbe non concedere ulteriori allentamenti delle sanzioni senza un accordo preciso e chiaro. E nessuno può garantire gli iraniani che il nuovo Presidente degli Stati Uniti, magari più coraggioso di Obama, non decida di passare alle maniere forti per impedire all’Iran di dotarsi di armi atomiche. Quindi gli iraniani hanno solo due anni per arrivare alla bomba, non un minuto di più. Obama sarebbe felicissimo di passare la patata bollente iraniana al futuro Presidente degli Stati Uniti, ma stando così le cose sembra che tutto quel tempo non ce l’abbia. Ogni tentativo da parte di Obama di congelare il programma nucleare iraniano non solo è miseramente fallito, ma addirittura il Presidente americano ha gettato alle ortiche tutto il vantaggio che aveva fino a un anno fa quando l’Iran era letteralmente piegato dalle sanzioni. Il nuovo Congresso americano non permetterà ulteriori allentamenti ma ormai è troppo tardi. Il danno è fatto.

La soluzione militare

Anche una soluzione militare in questo momento è impensabile. Israele ha sempre premuto per attaccare e distruggere le centrali nucleari iraniane, ma da solo non lo può fare e di certo Obama non si presterà a questa soluzione. Rimarrebbe una azione unilaterale israeliana, magari concordata con i Paesi arabi del Golfo, ma anche qui siamo quasi alla fantapolitica. Per di più in questo momento gli arabi sembrano più intimoriti dal ISIS che da un Iran dotato di armi atomiche (che fortuna per Teheran la comparsa del ISIS). Quindi è ragionevole pensare che una soluzione militare in questo momento sia fuori discussione.

In conclusione, qualsiasi cosa uscirà oggi dalla riunione di Vienna sarà un disastro. Se l’Iran otterrà più tempo si avvicinerà ulteriormente alla bomba, se l’occidente dovesse decidere di riprendere la strada delle sanzioni ormai non saranno più incisive per fermare il programma nucleare iraniano. Si è perso troppo tempo. Salvo quindi qualche brillante idea che arrivi da Gerusalemme possiamo onestamente dare il benvenuto all’Iran nel club delle potenze nucleari, con estremo gaudio per tutti gli antisemiti del mondo.

[glyphicon type=”user”] Scritto da Franco Londei

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