Oggi l’Europa, per bocca del Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, svelerà il suo piano per i Recovery Fund, il piano di salvataggio per i paesi europei più colpiti dalla pandemia di Coronavirus.
Non è ancora chiaro l’ammontare di questo intervento. Si va da 500 a 650 miliardi di Euro, come non è chiaro se saranno distribuiti a fondo perduto, come vogliono Germania, Francia, Italia e gli altri paesi mediterranei, oppure saranno considerati prestiti perdi più condizionati alle riforme, come vogliono i cosiddetti “paesi frugali”, cioè Olanda, Austria, Danimarca e Svezia.
Sembrerebbe che si stia negoziando per una soluzione ibrida, cioè una buona parte di denaro elargito a fondo perduro mentre una parte minoritaria dovrebbe essere elargita a mo di prestito.
Da quello che verrà annunciato oggi da Ursula von der Leyen dipenderà probabilmente anche il futuro dell’Unione Europea.
Secondo indiscrezioni raccolte da RR e dopo vari bilaterali tra i Leader più importanti, si tratterebbe su percentuali che dovrebbero essere ripartite sul 70% a fondo perduto e 30% a prestito agevolato e a lunghissimo tempo che però sarebbe condizionato a riforme strutturali. Tra poche ore lo sapremo.
Una cosa è certa, questa volta l’Europa deve togliere la maschera e mostrare di esistere con un piano davvero credibile e, soprattutto, generoso verso quei paesi che più hanno risentito della pandemia di COVID-19.
Determinante la tempistica
Sarà la tempistica, cioè la velocità con la quale verranno distribuiti i fondi ai vari stati che ne faranno richiesta, a fare la differenza. Di certo non si potrà seguire la solita farraginosa procedura europea.
E anche il governo italiano questa volta dovrà saltare molta della burocrazia che purtroppo lo caratterizza. Pur in ambito controllato, i fondi dovranno entrare subito in circolo.
Ultimo appello
Senza esagerare, noi crediamo che questo sarà l’ultimo appello per l’Unione Europea. Con il Recovery Fund la UE si gioca il proprio futuro e la fiducia dei cittadini europei, in crollo verticale e non solo per i fondi. Mai come ora l’Europa deve dimostrare di essere concreta e di pensare prima di tutto ai cittadini europei e non solo ai bilanci.