Sapevate che la popolazione di etnia o di lingua russa nelle regioni del Donbass è una minoranza che va dal 14 al 17 percento? Sapevate che anche nelle altre province (oblast) sono addirittura di meno fatte salve quelle orientali?
E allora qualcuno mi dovrebbe spiegare su cosa si fondi la pretesa della Russia di annettersele. Qualcuno mi dovrebbe spiegare come mai se è vero quello che dice Putin, cioè che i russi andavano a liberare i loro fratelli dalla “dittatura ucraina”, gli ucraini del Donbass stanno così tenacemente combattendo contro i loro “liberatori”. Perché mica crederete che c’è solo il Battaglione Azov?
Gli esperti, quelli veramente bravi, mi dicono che la guerra in Ucraina c’è da molti anni proprio perché è cominciata nel Donbass. Ma poi vado a vedere i dati dell’OSCE e dell’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e vedo che da quando c’è Zelensky le violenze nel Donbass sono praticamente azzerate, tanto che mi viene da pensa che Putin abbia attaccato proprio per questo.
Cosa sapete veramente sul Donbass?

La guerra dell’Ucraina orientale, comunemente detta guerra del Donbass, iniziò quando alcuni uomini armati, presumibilmente russi, si sono impadroniti di alcuni palazzi governativi dell’Ucraina orientale, ossia nelle regioni di Donec’k, Luhans’k e Charkiv (fonte WikiPedia).
Sul link che porta a WikiPedia potete trovare tutta la storia della guerra del Donbass. Quello che non vi troverete sono i dati relativi alla popolazione russa, come detto percentualmente in forte minoranza, e i dati relativi alla forte de-escalation della violenza negli anni che fanno riferimento alla presidenza Zelensky e anche prima. Nel 2021 le violenze nel Donbass avevano provocato appena 16 vittime contro le 2.330del 2014/2015.
Questi sono i dati veramente importanti che tuttavia non vengono mai menzionati. Questi sono i numeri che ci dicono che le ragioni di Putin semplicemente non esistono e che l’invasione dell’Ucraina è avvenuta solo perché il boia di Mosca voleva fare con Kiev quello che aveva fatto con la Crimea e in parte con in Donbass, abbattere Zelensky, mettere al suo posto un governo fantoccio, indire un referendum truccato e annettersi tutto. Semplicemente.
“E allora il Donbass?” è diventato come “e allora i marò?” di tanto tempo fa. I putiniani (o putinisti) te lo spiattellano in faccia ogni volta che li metti spalle al muro sui crimini di guerra commessi dai russi in Ucraina. Ma poi se approfondisci su “e allora il Donbass” e su di chi siano veramente le responsabilità di tanta violenza allora tacciono, o peggio, mentono.
Non accennano nemmeno al fatto che negli accordi di Minsk sul conflitto nell’Ucraina orientale era previsto un referendum (serio) sull’indipendenza della Repubblica Popolare di Doneck e la Repubblica Popolare di Lugansk, referendum che però si doveva tenere previo ritiro di tutte le forze russe. Ritiro mai avvenuto per la presunzione russa di considerarsi “osservatori”.
Il battaglione Azov
L’altro “argomento cult” per giustificare l’invasione russa dell’Ucraina è quello della sua “denazificazione”. È in questo contesto che viene citato come esempio il Battaglione Azov, sicuramente una unità militare di orientamento nazista.
Ora, l’esercito ucraino è composto da 255.000 uomini e donne, il battaglione Azov è composta da più o meno 2.500/3.500 effettivi. Spiegatemi come si fa a dire che l’esercito ucraino è nazista perché c’è il battaglione Azov.
Riassumendo:
- il Donbass, dove i russi sono ampiamente in minoranza, stava andando verso la calma quando Putin ha deciso di “liberarlo”;
- la “denazificazione” dell’Ucraina si basa sulla ragione per cui esiste il battaglione Azov che rappresenta circa l’uno percento dell’esercito ucraino;
- il vero obiettivo di Putin era il “cambio di regime” a Kiev, imporre un regime fantoccio a lui fedele e un referendum sullo stile di quello fatto in Crimea, cioè farlocco. Infine, esattamente come per la Crimea e per una parte della Georgia, annettersi tutto, fagocitarsi l’intera Ucraina. Solo la resistenza degli ucraini ha costretto Putin a cambiare l’obiettivo in corsa “accontentandosi” del Donbass.