La Turchia ha deciso, più o meno democraticamente, di trasformarsi da Stato laico a califfato islamico dove il califfo unico e indiscutibile sarà Recep Tayyip Erdogan, membro influente della Fratellanza Musulmana e fermamente deciso a portare la Turchia ad essere la prima grande nazione realmente in mano ai Fratelli Musulmani.

Non è una buona notizia né per l’Europa, prontamente ammonita da Erdogan di rispettare il voto “democratico” del popolo turco, né per il mondo libero che vede trasformarsi quello che doveva essere il primo grande Stato musulmano democratico e laico in una vero e proprio califfato islamico.

Erdogan non ha lesinato risorse e sforzi per arrivare all’ambito traguardo. Si è pure organizzato un “golpetto” ad hoc che gli ha permesso di spazzare via gli oppositori, la magistratura ostile, i giornalisti critici e tutti coloro che avevano capito qual’era il suo obiettivo finale. 113.000 oppositori incarcerati non sono un dato da niente.

Esultano naturalmente i rappresentanti della Fratellanza Musulmana italiana che vedono nella istituzione di un califfato islamico in Turchia il coronamento di un sogno. Davide Piccardo sul suo profilo Facebook pubblica un cubitale “EVET”. La Turchia laica era un affronto che i Fratelli Musulmani non potevano più sopportare, ora invece possono disporre di una vera superpotenza politica e militare per propagandare la loro Jihad globale condita da una sana opera di dissimulazione (taqiyya).

Erdogan è andato addirittura oltre le più rosee speranze dei Fratelli Musulmani europei saltando a piè pari – grazie al golpetto del luglio scorso – le prime tre fasi della “strategia della gradualità” (così ben studiata dalla Fratellanza Musulmana) passando direttamente alla quarta, quella della istituzione di un califfato islamico. E noi che ci preoccupiamo dell’ISIS.

Cosa succede adesso in Turchia?

In sostanza Erdogan avrà il potere totale sulla Turchia, sarà in grado di proporre leggi, di nominare i ministri, avrà il potere totale sul parlamento che potrà anche sciogliere a suo piacimento. Un buon riassunto dei poteri che avrà Erdogan nel califfato turco lo fa Repubblica sul suo sito web. Quello che l’ufficialità delle prerogative del sultano turco non dicono è che da quando Erdogan è sceso in politica ha avuto solo un obiettivo, quello di trasformare la Turchia in un califfato islamico rispettoso della Sharia. Adesso lo può fare sostenendo per di più di essere legittimato a farlo.

Le accuse di brogli

In realtà è legittimato solo a parole perché a parte la vittoria risicata con solo il 51,3% dei voti a favore della riforma, le opposizioni parlano di brogli, raccontano che gli osservatori OSCE non sono potuti nemmeno entrare in molti seggi. E che dire del silenziamento totale della stampa di opposizione e praticamente di tutti gli oppositori denunciato anche dalla stessa OSCE? Sarà per questo che il primo minaccioso messaggio del califfo turco è stato indirizzato all’Europa affinché accettasse il “democratico” voto turco.

Le ripercussioni internazionali

Prima di chiudere non possiamo non parlare delle ripercussioni a livello internazionale che comporta questo voto in Turchia, specie per quanto riguarda il Medio Oriente e i rapporti con l’Unione Europea. Ora è prevedibile che, senza alcun ostacolo, Erdogan porti avanti una politica molto più aggressiva sia nel quadrante mediorientale che nei rapporti con la UE. Ora potrà spazzare via i curdi siriani senza che in parlamento qualcuno gli si opponga, potrà aumentare l’aggressività militare nel nord Iraq e imbastire ogni tipo di accordo con le milizie sunnite che infestano tutto il quadrante, sostenendole sia finanziariamente che militarmente. In parte lo sta già facendo, ma adesso non avrà più nessun ostacolo. Con l’Europa i rapporti sono già tesi da tempo e ora è prevedibile che lo saranno ancora di più anche perché la UE non potrà esimersi da critiche su questo referendum tutt’altro che democratico. E se – come prevedibile – seguirà la politica della Fratellanza Musulmana anche i rapporti con Israele, Egitto e Arabia Saudita subiranno una involuzione piuttosto che una evoluzione. Non è una buona notizia per nessuno.