hamas-Ismail-Haniyeh

In occasione del secondo anniversario della liberazione di Gilad Shalit ottenuta in cambio della scarcerazione di oltre mille prigionieri palestinesi, il capo dei terroristi di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh, ha lodato i recenti attacchi terroristici in Israele e ha invitato a proseguire su questa strada dando il via a una nuova intifada.

Nel definire “una vittoria strategica per Hamas” la liberazione di oltre mille prigionieri palestinesi in cambio di Gilad Shalit, ha  detto che “sarà questa la tecnica del futuro per arrivare alla liberazione di tutti i detenuti palestinesi”. In sostanza ha invitato i terroristi a rapire soldati e civili israeliani da usare come merce di scambio.

Tornando alla lode che il capo di Hamas ha fatto dei recenti attacchi terroristici in Cisgiordania, tra i quali l’accoltellamento di una bambina di nove anni (giusto per dire quanto sono coraggiosi ed eroici i terroristi palestinesi), la sua dichiarazione conferma in parte i nostri timori che dietro a questi attacchi vi sia un ordine preciso di Hamas e che non siano il frutto di atti eseguiti da semplici “cani sciolti” del tutto indipendenti come qualche ufficiale dell’IDF sottintendeva qualche giorno fa.

Il discorso di Ismail Haniyeh è in sostanza un ordine diretto a uccidere e a rapire cittadini e soldati israeliani, un vero atto di guerra che le autorità israeliane farebbero male a sottovalutare.

Ormai il tempo per regolare i conti in maniera definitiva con i terroristi di Hamas è arrivato. Israele non si può più permettere il lusso di lasciare Hamas a Gaza (o Gaza ad Hamas), lo hanno capito anche gli egiziani. Continuare a rimandare una decisione che prima o poi diverrà inevitabile, quella di eliminare totalmente Hamas e di liberare la Striscia di Gaza dal suo dominio terroristico, non è più una scelta, è diventata un obbligo legato alla sicurezza di Israele e dei suoi cittadini.

Sharon Levi