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Non è uno scherzo o un titolo provocatorio. Secondo l’opposizione siriana oltre mille uomini di Hezbollah sarebbero entrati in Siria nelle ultime 24 ore per affiancare l’esercito siriano nei combattimenti. “Una vera e propria invasione di terra” ha affermato un responsabile della dissidenza siriana all’estero.

Secondo la resistenza siriana miliziani di Hezbollah controllano almeno otto villaggi intorno a Homs e nelle ultime ore hanno attaccato diversi villaggi che si trovano lungo il confine libanese tanto da spingere il portavoce dei ribelli siriani, Louay Almokdad, a lanciare un appello agli abitanti dei villaggi di confine con il Libano a lasciare al più presto la zona. «Le milizie di Hezbollah hanno dichiarato guerra al popolo siriano» ha detto Louay Almokdad nel suo comunicato.

Intanto la stampa iraniana cerca di nuovo di accreditare l’idea che Israele sosterrebbe il ribelli. Questa mattina infatti riferiscono che sabato scorso medici israeliani avrebbero curato almeno otto ribelli feriti nelle Alture del Golan, un fatto smentito seccamente dai vertici del Free Syrian Army.

Al contrario, il coinvolgimento di Hezbollah nel conflitto siriano non solo è evidente, è più che provato e solo Catherine Ashton e la sua combriccola di antisemiti non lo vedono e continuano a difendere il gruppo terrorista libanese definendolo “un partito politico”, un aperto insulto alla verità.

Il massiccio coinvolgimento di Hezbollah nel conflitto in Siria preoccupa tutto il mondo arabo e la Turchia, non solo per le atrocità di cui sono capaci i terroristi libanesi, ma anche per la possibilità che questo intervento, sicuramente diretto da Teheran, destabilizzi ulteriormente il Libano profondamente diviso tra i sostenitori e oppositori di Assad.

Sarah F.