1.500 combattenti ISIS di origine europea sono rientrati in Europa. A dirlo è il coordinatore dell’antiterrorismo europea, Gilles de Kerchove, durante una visita in Tunisia.

«Secondo i dati dell’UE, 1500 persone che hanno combattuto nelle fila dell’organizzazione terroristica in Siria e in Iraq sono tornate nei paesi europei», ha detto Kerchove durante una conferenza stampa nell’ufficio dell’UE in Tunisia dopo aver incontrato i ministri tunisini.

«Per superare i crescenti problemi dovuti al ritorno dei combattenti europei, l’UE dovrebbe adottare le misure necessarie e proteggere il confine», ha detto ancora Kerhova.

Il problema del rientro in Europa dei cosiddetti “Foreign Fighters” diventa sempre più un problema che va affrontato in sede europea ed è collegato indirettamente all’enorme flusso di migranti provenienti dall’Africa in mezzo ai quali i Foreign Fighters si potrebbero nascondere. Il controllo delle frontiere europee al momento è un eufemismo visto che anche gli sbarchi dal nord Africa sembrano essere ripresi a pieno ritmo il che rende complessa l’opera di identificazione dei combattenti di ISIS.

Ne hanno parlato proprio ieri i Tunisia lo stesso Gilles de Kerchove e i ministri dell’interno e degli esteri di Tunisi.

Tunisia, Libia e Algeria sono i Paesi dai quali partono i flussi di migranti in mezzo ai quali si potrebbero nascondere i foreign fighters di rientro da Siria e Iraq e l’Europa crede che il controllo debba essere fatto prima che prendano il mare in quanto poi sarebbe un problema riuscire a identificare i combattenti dai migranti. Al vaglio di Bruxelles un ingente finanziamento ai Paesi nordafricani volto a incrementare il controllo sui migranti e impedire loro di prendere il mare.