Il Ministro della Difesa iraniano, generale di brigata Hossein Dehqan, ha incontrato i suoi omologhi di Serbia e Venezuela con i quali ha discusso di accordi di cooperazione per la reciproca difesa.

L’incontro è avvenuto oggi a Mosca a margine della Conferenza sulla sicurezza internazionale alla quale partecipano diversi paesi (circa 80) e che si tiene nella capitale russa dal 26 al 27 aprile.

Secondo quanto riferiscono i media iraniani il Ministro della Difesa iraniano ha incontrato prima il suo omologo serbo, Zoran Djordjevic, con il quale ha parlato di questioni regionali e internazionali nonché della necessita che Iran e Serbia implementino un programma di difesa comune. E’ la prima volta che Teheran mostra così chiaramente un suo tentativo di insinuarsi in Europa.

Il secondo incontro il generale Hossein Dehqan lo ha avuto con il Ministro della Difesa del Venezuela, Vladimir Padrino Lopez, con il quale ha avuto un lungo colloquio riguardo a un accordo di reciproca difesa tra Iran e Venezuela, un accordo che nei fatti esiste già almeno a livello di cooperazione sia con Teheran che con il loro hub terroristico, Hezbollah.

La scelta di rendere noto il colloquio in merito alla collaborazione militare tra Iran e Venezuela non è casuale e arriva mentre il Venezuela è attraversato da proteste oceaniche dove proprio gli Hezbollah e le altre milizie paramilitari cercano con la violenza di mantenere Nicolas Maduro al potere. Appare quasi come un monito diretto anche alla comunità internazionale che finalmente sembra interessarsi di Venezuela.

Se il sostegno iraniano al Venezuela non stupisce, ci stupisce invece che Iran e Serbia parlino di cooperazione militare. Il fatto che i ministri degli esteri dei due paesi si siano incontrati è passato un po’ in sordina ma l’episodio non va sottovalutato sia perché la Serbia è notoriamente ostile ai regimi musulmani e appare francamente strano che gli ayatollah cerchino accordi con Belgrado, sia perché significherebbe un deciso allontanamento della Serbia dalle posizioni europee e un netto avvicinamento a quelle russe. Gli iraniani lavorano da anni al tentativo di trovare controparti in Europa e il fatto che intorno alla Serbia crescano enclavi musulmane sunnite senza che né la NATO né l’Europa facciano niente, potrebbe aver spinto la Serbia a cercare vie alternative per contrastare il fenomeno e Teheran ne potrebbe approfittare. Forse la Mogherini farebbe bene a interessarsene prima di ritrovarsi gli iraniani nelle basi serbe.