Partiamo da una premessa: l’attacco al Qatar portato ieri dall’aviazione israeliana allo scopo di decapitare quello che rimane della dirigenza di Hamas, è un attacco sacrosanto altro che “violazione del Diritto Internazionale”.
Il Qatar, guidato dallo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani, non è uno staterello arabo qualsiasi, è la testa di quel servente che si chiama Fratellanza Musulmana che oltre a bramare un Califfato globale ha finanziato, armato e addestrato Hamas oltre a fare da intermediario tra lo stesso Hamas e l’Iran.
Da anni ospita a Doha gli uffici politici di Hamas, ritenendosi indisturbato in quanto ospita anche la più grande base militare americana della regione.
Il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a un certo punto della sua vita politica ha ritenuto di poter gestire Hamas con l’aiuto del Qatar, sia in chiave di contrasto alla Autorità Nazionale Palestinese, in modo da potersi concentrare sulla Giudea e Samaria (Cisgiordania), sia per evitare la nascita di uno stato palestinese.
Così ha autorizzato il Qatar a finanziare direttamente Hamas. Ogni mese l’uomo del Qatar varcava i confini di Gaza, passando per Israele, con un baule di soldi in contanti da portare ad Hamas per le sue esigenze. Si scopriranno il 7 ottobre 2023 quali erano le sue esigenze.
È stato Netanyahu ad autorizzare il Qatar a nutrire Hamas. È stato Netanyahu a fidarsi di Yahya Sinwar. È stato Netanyahu a lasciare sguarnito il confine con Gaza fidandosi della parola dello sceicco al-Tani e di Yahya Sinwar. Se queste cose non le diciamo non potremo mai aprire un dialogo costruttivo sugli errori commessi il 7 ottobre 2023.
Il Qatar e i vertici di Hamas andavano colpiti l’8 ottobre, specialmente dopo che era circolato il video della loro esultanza mentre guardavano il massacro in diretta ripreso dalle bodycam dei terroristi. Chiunque sia morto nell’attacco di ieri è vissuto due anni in più del dovuto.
Altro che violazione del Diritto Internazionale, altro che escalation. Ieri Netanyahu ha rimediato a un suo errore e ha fatto benissimo. Troppo tardi, ma lo ha fatto.

