Il nostro Presidente, Franco Londei, lo aveva detto sul suo blog in tempi non sospetti: ci toccherà pagare il riscatto se vogliamo riavere i nostri due marò sequestrati in India. Ed ecco che puntualmente il Governo italiano paga il riscatto alle famiglie dei pescatori uccisi: 10 milioni di rupie, pari a poco più di 146.000 euro.
Inutile girarci intorno, inutile dire come fa il Ministro della Difesa, Gianpaolo Di Paola, che si tratta di un “atto di generosità”. Con l’aria che tira l’Italia non si può permettere un atto di generosità con nessuno e sostenere questo è un insulto all’intelligenza degli italiani. Abbiamo pagato un riscatto, punto e basta. Sarebbe più onesto ammetterlo e tornarsene a casa con il carico di errori fatti in questa vicenda assurda.
E si, perché prima o poi dovremo parlare anche degli errori commessi dalla nostra diplomazia in tutta questa vicenda che ha visto l’Italia letteralmente umiliata dalla quasi medioevale diplomazia indiana. Non è una novità che la diplomazia italiana venga massacrata anche da quella degli zulù, ma nella vicenda dei marò abbiamo veramente raschiato il fondo. E al Governo gli è andata di lusso per il semplice fatto che gli italiani (e i giornali) hanno ben altri problemi di cui occuparsi.
Ma ora la domanda da porsi è una sola: basterà il riscatto pagato alle famiglie dei pescatori uccisi chissà da chi, oppure servirà pagare qualcun altro per riportare a casa i due marò sequestrati? Se tanto mi da tanto non basterà. Ormai in India hanno fiutato l’affare e hanno visto che con questa faccenda ci possono fare un bel gruzzoletto. Vedrete che si inventeranno qualcosa per tenerli ancora li.
Roberto Delponte