John Kerry and Abdel Fatah al-Sisi

La visita di John Kerry in Egitto è la fotografia perfetta della confusionaria politica estera americana implementata dal Presidente Obama. Arriva, sblocca 575 milioni di dollari in aiuti militari, mostra qualche appunto sulla politica dura di Al-Sisi nei confronti dei Fratelli Musulmani ma sostanzialmente si inginocchia davanti al nuovo faraone egiziano.

E’ la vittoria palese della durissima politica anti-islamista del Presidente Al-Sisi, una politica che il Presidente Obama aveva cercato di contrastare con ogni mezzo ma che al momento, visto anche quello che sta accadendo in Iraq, sembra l’unica strada da seguire.

Il clamoroso e tempestivo passo indietro della Casa Bianca arriva, guarda caso, a ridosso di un importante summit avvenuto qualche giorno fa tra il Re Saudita, Abdullah, e il Presidente Egiziano Al-Sisi nel quale i due leader arabi hanno deciso una strategia comune per combattere il terrorismo e l’avanzata sciita dell’Iran nella regione. Gli USA rischiavano di rimanerne clamorosamente esclusi.

Kerry non ha solo sbloccato gli aiuti militari all’Egitto per 575 milioni di dollari, ne ha promessi per un totale di 1,5 miliardi, ha promesso l’immediata consegna di 10 elicotteri Apache per combattere il terrorismo nel Sinai e, udite udite, ha promesso che l’Amministrazione USA appoggerà la strada delle riforme intrapresa da Al-Sisi. E’ vero, ha criticato i metodi “troppo duri” nei confronti della Fratellanza Musulmana, ma lo ha fatto senza molta convinzione, più per pacificare qualche benpensante che ancora crede che con questa gente si possa dialogare.

Alla fine la linea dura di Al-Sisi ha vinto sulla predilezione di Obama verso gli islamici della Fratellanza Musulmana. Non ci sono complesse analisi da fare, non ci sono conti che non tornano. E’ di una semplicità disarmante. Chissà se a Gerusalemme ne terranno conto.

[glyphicon type=”user”] Scritto da Adrian Niscemi

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