Il candidato dell’opposizione, Felix Tshisekedi, ha vinto le elezioni in RD Congo e andrà a sostituire alla presidenza Joseph Kabila dopo 18 anni di dominio incontrastato, di più se si considera che la famiglia Kabila domina la Repubblica Democratica del Condo dal 1997 quando suo padre, Laurent-Désiré Kabila, prese il potere rovesciando Mobutu Sese Seko.
Nelle prime ore di questa mattina il capo della Commissione elettorale nazionale della Repubblica Democratica del Congo, Corneille Nangaa, ha dichiarato che Tshisekedi ha ottenuto il 38,5% dei voti ed è stato “provvisoriamente dichiarato presidente eletto”.
La carica provvisoria è dovuta al fatto che i risultati definitivi saranno resi ufficiali sono domenica prossima, ma stando alla commissione elettorale Felix Tshisekedi ha battuto i rivali ottenendo sette milioni di voti mentre gli altri due pretendenti alla presidenza, Martin Fayulu ed Emmanuel Shadary, hanno ottenuto rispettivamente 6,4 milioni di voti il primo e 4,4 milioni di voti il secondo.
Lotta alla povertà come priorità del neo Presidente

Sarà la lotta alla povertà la priorità del nuovo presidente. Questa mattina, rivolgendo un messaggio di ringraziamento ai suoi sostenitori, Felix Tshisekedi ha detto che la sfida più dura che la Repubblica Democratica del Congo dovrà affrontare sarà quella della lotta alla diffusa povertà che nonostante le ricchezze del Paese attanaglia buona parte della popolazione congolese.
Risultati contestati
Immediatamente dopo la diffusione dei risultati elettorali è arrivata la durissima contestazione dei due sconfitti, in particolare del secondo arrivato, l’ex magnate del petrolio Martin Fayulu, il quale in una velenosa dichiarazione ha affermato che la vittoria di Felix Tshisekedi è una vera e propria frode.
«Il popolo congolese non accetterà mai una frode del genere», ha detto Fayulu alla BBC, aggiungendo: «Felix Tshisekedi non ha mai ottenuto 7 milioni di voti, da dove li ha presi?».
Come reagirà la popolazione?
E’ difficile capire come reagirà la popolazione congolese. Secondo l’analista Louise Dewast, che scrive anche per la BBC, questo è un momento storico non solo per il partito di Felix Tshisekedi che da decenni tenta di arrivare al potere (prima di lui ci aveva provato il padre, Etienne Tshisekedi), ma anche per il Congo.
Negli ultimi giorni, voci di un accordo tra Tshisekedi e Kabila hanno sollevato preoccupazioni tra gli altri membri dell’opposizione. Lo stesso Tshisekedi ha ammesso che ci sono stati colloqui con il partito al governo per preparare una transizione di potere.
Questa mattina una delle prime dichiarazioni ufficiali del nuovo Presidente congolese sono state dirette verso Joseph Kabila e sono state parole di ringraziamento e di omaggio nei confronti del Presidente uscente. La cosa non sembra essere piaciuta molto.
Voci molti insistenti parlano di una grande manifestazione di contestazione organizzata dai candidati perdenti per quando la Corte Costituzionale renderà ufficiali i risultati. Ma al momento sono solo voci.
Non solo povertà, i problemi in RD Congo sono tanti

Non è solo il problema della diffusa povertà a dover essere affrontato dal nuovo presidente congolese. La situazione nell’est del Paese è difficile. Una epidemia di Ebola ha colpito da mesi le regioni di Kivu Nord e Kivu Sud, una situazione così grave da portare l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a dire che si tratta della più grave epidemia di Ebola di sempre.
Le stesse regioni di Kivu (Nord e Sud) sono attraversate da violenti scontri tra gruppi armati per il controllo delle miniere di coltan, oro e diamanti.
Servono leggi per regolamentare l’estrazione dei preziosi minerali e per il settore del legname, attualmente in mano a non ben precisati gruppi stranieri che depredano la Repubblica Democratica del Congo senza però portare alcun beneficio alla popolazione che, anzi, viene sfruttata e schiavizzata. Dai nostri rapporti del 2015 ( qui, qui e qui) è cambiato ben poco.
La speranza che tutti noi abbiamo è che qualcosa in RD Congo cambi veramente con la nuova presidenza e che finalmente le tantissime risorse di questa terra vadano al suo popolo e non solo a quei pochi che ne sfruttano il popolo e le ricchezze.