Venerdì sono accorsi in decine di miglia al Gay Pride che si è svolto come ogni anno a Tel Aviv, in Israele. Le strade della città erano piene di bandiere arcobaleno mentre gli intervenuti potevano gustarsi concerti, balli, manifestazioni artistiche e tanto altro.
Il popolo Gay come ogni anno non ha fatto mancare la sua presenza nonostante i tantissimi tentativi di boicottaggio. Presente anche una folta delegazione di Gay palestinesi che vivono in Israele dove possono godere dello status di “rifugiati per ragioni di genere” visto che in Palestina sono fortemente perseguitati e rischiano la pena di morte. Molti anche gli omosessuali palestinesi fuggiti da Gaza, dall’Egitto e da altri Paesi arabi. Presente anche un piccola delegazione di gay iraniani.
E tra tanta allegria e balli si è avuto anche il tempo di approfondire proprio la questione dei gay nei Paesi Islamici dove vengono sistematicamente perseguitati a causa della loro “essenza gay”. A margine della allegra sfilata fatta di tanti carri allegorici, si sono svolte diverse manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla persecuzione dei gay in molti Paesi musulmani, Iran e Palestina in testa.
Hanno partecipato alla manifestazione anche molti politici che hanno ribadito come in Israele gli omosessuali siano assolutamente tutelati e godano di tutti i Diritti Civili anche se non sono israeliani e provengono da quei Paesi dove invece vengono perseguitati. Molti gli slogan contro Ahmadinejd che tempo fa aveva dichiarato che «in Iran non ci sono omosessuali». I manifestanti hanno ricordato al mondo che gli omosessuali in Iran non ci sono perché vengono impiccati.
Tra i vari politici intervenuti c’era anche l’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele che ha ricordato come anche il Presidente Obama stia lottando per concedere agli omosessuali tutti i Diritti Civili. Gli organizzatori stimano che circa 100.000 persone hanno partecipato al Gay Pride ai quali si sono uniti altrettanti turisti da tutto il mondo.
Sarah F.