Al di la di quello che può raccontare la propaganda russa, la guerra in Ucraina non va affatto bene per Putin.
La sua intelligence gli aveva garantito che avrebbero preso Kiev in 72 ore, invece non solo i russi non hanno ancora conquistato la capitale ucraina, ma rischiano di impantanarsi e addirittura di subire un contrattacco, come avvenuto a nord di Kiev dove le forze ucraine hanno riconquistato la città di Baklanova Muraviika interrompendo così gli sforzi russi per prendere Chernihiv.
Mikk Marran, il capo del Välisluureamet, il servizio di intelligence estero dell’Estonia, ha detto di non credere che Putin potesse «continuare una guerra intensa per più di due mesi» e che alla fine «la Russia non vincerà questo guerra».
Ancora più diretto è stato un analista estone senior con anni di esperienza nel monitoraggio degli affari militari della Russia, che a condizione di anonimato ha affermato di concordare con la valutazione di Mikk Marran, ma ha aggiunto che «questo sta già avvenendo, la Russia sta già perdendo».
«Se la Russia non raggiunge un notevole progresso entro la fine di questa settimana, è difficile vedere come potrebbe andare avanti con l’invasione» ha detto la fonte estone.
Secondo il popolare blog di intelligence Oryx, i russi avrebbero perso una notevole potenza di fuoco. Stando a quanto riportato, alla data dell’11 marzo i russi avrebbero abbandonato 171 mezzi blindati perché danneggiati o impossibilitati a proseguire, mentre gli ucraini avrebbero catturato intatti almeno 464 pezzi che vanno da carri armati, mezzi corazzati per il trasporto di personale, artiglieria e persino sofisticati sistemi di difesa aerea.
L’impreparazione dei militari russi
Secondo gli esperti il numero delle perdite russe sarebbe “considerevole”, cioè nell’ordine delle diverse migliaia. Molte delle perdite sono dovute alla impreparazione delle forze russe costituite per due terzi da militari non preparati ad un conflitto.
Putin sta sostituendo molte di queste unità, ma quelle in arrivo non sono migliori di quelle attualmente sul campo.
Ci sarebbero i tagliagole islamici siriani, valutati in 16.000 “volontari”, ma anche questi non farebbero la differenza, abituati a combattere nelle strade strette delle città arabe e non nei larghi viali delle città ucraine.
«L’idea di coinvolgere i combattenti siriani è il segno della disperazione di Putin» ha detto la fonte estone.
Oltre la propaganda russa
Per capire bene quello che sta realmente succedendo sul terreno c’è un video di un agguato ai carri russi giudicato dagli esperti “molto attendibile” pubblicato dal giornale britannico The Guardian, nel quale non solo si vede con drammatica chiarezza tutta l’impreparazione dei militari russi, ma si sente parlare limpidamente delle molte perdite, tra cui almeno un colonnello (Andrei Zakharov).
Nell’articolo che segue molti esperti militari esprimono le loro opinioni e possiamo dire senza mezzi termini che sono davvero “spietate” con il metodo di combattere russo.
In molti mettono in dubbio l’addestramento dei carristi e dei militati russi arrivando a definire «tattiche molto scarse» il loro comportamento.
Confrontando molte fonti attendibili quello che appare chiaro è che la macchina da guerra di Putin è come minimo impantanata. Non si sta dicendo che Putin sta perdendo la guerra come invece qualcuno afferma, ma senza dubbio sta subendo perdite significative che potrebbero (e dovrebbero) portarlo a più miti consigli e magari a trattare alla pari con gli ucraini.
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