Un rapporto redatto dalla polizia colombiana in collaborazione con la DEA americana e con l’Interpol fa luce sulle attività di Hezbollah in Colombia e più in generale in America Latina, con un appunto sulle intenzioni iraniane nella regione

Non è la prima volta che parliamo delle attività illecite di Hezbollah in Sud America. Già diverso tempo fa pubblicammo un rapporto sulle attività dei terroristi libanesi in quella regione, ma da allora ben poco è stato fatto per fermarli.

Ora la polizia colombiana in collaborazione con la DEA americana e l’Interpol fa nuova luce sulle attività di Hezbollah in America Latina.

Con una indagine durata due lunghi anni le forze di polizia colombiane hanno smascherato le attività illecite dei terroristi libanesi e le loro coperture in Colombia. Un ulteriore tassello che dimostra la pericolosità internazionale nonché sociale di questo gruppo terroristico che l’Europa si ostina a considerare un partito politico.

A parlare per primi di un rapporto sulle attività di Hezbollah in Colombia sono stati alcuni media colombiani che la scorsa settimana hanno rivelato l’esistenza di un documento esplosivo redatto dalla DEA americana in collaborazione con la polizia colombiana e con l’Interpol nel quale si afferma che Hezbollah, usando coperture apparentemente legali, ha pesantemente messo piede in Colombia da dove attraverso la sua unità clandestina nota con il nome di “External Security Organization” (ESO) controlla il traffico di droga verso Europa e Stati Uniti, il riciclaggio di denaro sporco profitto dei traffici illeciti, il contrabbando di armi nonché garantisce la sicurezza di molti suoi membri facendoli entrare clandestinamente nel Paese per poi alloggiarli in appartamenti protetti a Cartagena, Barranquilla e Maicao da dove poi questi “clandestini” dirigono le tante operazioni di Hezbollah in America Latina, comprese quelle terroristiche legate alla famigerata Unità 910, braccio armato delle operazioni estere di Hezbollah responsabile dell’attacco terroristico del 2012 a Burgas, in Bulgaria, e degli attacchi in Argentina durante gli anni 90.

Secondo il rapporto Hezbollah avrebbe creato decine di attività apparentemente legali attraverso le quali ricicla i profitti del traffico di stupefacenti, di auto rubate, delle truffe bancarie ai danni di istituti di credito colombiani e di altri Paesi dell’America Latina. Ma soprattutto, ed è questa la novità che preoccupa la polizia nazionale colombiana, gli Hezbollah danno la priorità a quella che nel rapporto viene definita “la salvaguardia e la permanenza dei suoi agenti operativi in Colombia”.

Le indagini hanno scoperto anche che Hezbollah ha messo in piedi un discreto numero di società che si occupano di traffico di materiale tessile di contrabbando con i loro corrispondenti a Panama. Si sospetta che anche queste società, unitamente a quelle che esportano il carbone in Libano, servano soprattutto a coprire il traffico di stupefacenti e a riciclare i proventi di questo traffico.

Uno dei nomi che appaiono con più frequenza in questo rapporto è quello di Amer Mohamed Akil, un libanese con diverse attività anche a Panama e in Venezuela. Secondo l’Interpol sarebbe proprio lui uno degli uomini al vertice della organizzazione.

Secondo l’intelligence colombiana l’80% dei proventi di questo vorticoso giro di affari illeciti finisce in Libano attraverso banche europee. In particolare sono sotto inchiesta due banche tedesche (i nomi non sono noti) già indagate dall’Unione Europea e sotto la lente degli organismi di controllo. Il Denaro che arriva in Libano serve a finanziare le attività di Hezbollah. Il restante 20% dei proventi viene invece utilizzato per finanziare le attività in Colombia e nel resto dell’America Latina.

La ricerca e l’indotrinnamento di nuovi terroristi

miliziani hezbollah
Miliziani Hezbollah

Secondo l’intelligence colombiana, Hezbollah porta avanti anche un importante programma volto alla ricerca, al reclutamento e all’indottrinamento di nuovi terroristi. Per farlo usano le moschee. In Colombia ci sono 40.000 musulmani (in crescita), cinque moschee e 10 centri culturali islamici. I giovani reclutati vengono mandati in Libano con finte borse di studio. Qui vengono addestrati e ben indottrinati al terrorismo di matrice islamica. Essi dipendono direttamente dal Segretario Generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah.

Hezbollah è molto attivo sui social nel fare proselitismo. Nell’ultimo anno le conversioni all’islam sono cresciute del 40% garantendo al gruppo terrorista una discreta affluenza di reclute.

A dirigere questo particolare programma di reclutamento è, secondo l’Interpol, Abdallah Rada Ramel, un libanese che viaggia costantemente tra la Colombia, il Venezuela, Panama, Paraguay, Brasile, Argentina, Germania, Svizzera e Stati Uniti. Esso prende ordini direttamente dal Segretario Generale che a sua volta li prende da Teheran.

La confluenza nell’ESO (External Security Organization) o Unità 910

Tala Hamiyeh
Tala Hamiyeh

Secondo il rapporto le reclute, una volta addestrate in Libano e rientrate in America Latina, entrano a far parte dell’ESO, noto anche come Unità 910, il braccio clandestino di Hezbollah che sta dietro a tutti i maggiori attentati commessi dai terroristi libanesi. A dirigere l’Unità 910 è Tala Hamiyeh, individuato dal Mossad proprio in Colombia.

L’Iran guarda all’America Latina

Ma quello che emerge dal rapporto non è tanto il grande giro illegale messo in piedi da Hezbollah in America Latina per finanziare il terrorismo. Ormai diverse inchieste (anche americane) hanno stabilito che i terroristi libanesi sono molto attivi in Sud America. La novità (se così la vogliamo definire) è che l’Iran è molto interessata all’America del Sud, non ancora toccata dal proselitismo sunnita. Per Teheran l’America Latina oltre che ad essere un enorme mercato, rappresenta un grandissimo bacino di potenziali fedeli e quindi di reclute. Questo non è un aspetto secondario e non va sottovalutato. Secondo il rapporto Teheran sta investendo moltissimo nel proselitismo in America Latina e si teme che Hezbollah sia solo l’avanguardia dei pasdaran iraniani.