Mentre la situazione economica in Palestina è sempre più difficile tanto che moltissime famiglie hanno fatto fatica a trovare il denaro per la cena di fine Ramadam, i leader palestinesi non trovano di meglio da fare che aumentarsi lo stipendio del 67%.
E’ quanto emerso dalla pubblicazione sui social di alcuni documenti segreti che hanno fatto letteralmente infuriare i palestinesi i quali vivono una situazione economica davvero difficile a causa del totale disprezzo dei loro leader per lo sviluppo economico e locale.
Gli unici palestinesi che economicamente riescono a vivere una vita dignitosa sono quelli che lavorano in Israele in quelle stesse ditte e aziende agricole che molto spesso vengono boicottate dal Movimento BDS.
Gia, il Movimento BDS e tutta la galassia di movimenti anti-israeliani e pro-pal che non solo non hanno mai detto una sola parola sulle centinaia di milioni di dollari destinati allo sviluppo che ogni anno spariscono nel nulla, ma che anche in questo caso si sono chiusi nel complice silenzio a dimostrazione che le loro attività non sono indirizzate al bene della popolazione palestinese ma solo a fomentare odio verso Israele e verso gli ebrei.
Silenzio di tomba anche dall’Unione Europea che pure destina ai palestinesi centinaia di milioni di dollari e che ha duramente attaccato il Presidente Trump a seguito della sua decisione di tagliare gli aiuti ai palestinesi.
È arrivato il momento per tutti di chiedersi dove finiscono i soldi per i palestinesi
Sono ormai 70 anni che i palestinesi ricevono soldi a pioggia ufficialmente destinati al loro sviluppo e sono 70 anni che puntualmente quei soldi finiscono nei conti dei leader palestinesi. Arafat alla sua morte ha lasciato conti correnti con miliardi di dollari. Il suo successore, Mahmud Abbas (Abu Mazen), è uno degli uomini più ricchi del mondo. La sua famiglia e proprietaria di vere e proprie holding finanziarie con conti correnti in ogni paradiso fiscale.
Eppure non c’è un solo donatore internazionale che controlli la destinazione delle centinaia di milioni di dollari che ogni anno vengono versati nelle casse palestinesi.
L’aumento degli stipendi dei leader palestinesi del 67% è solo l’ultimo degli scandalosi atteggiamenti di arroganza della leadership palestinese, l’ultimo insulto a una popolazione che a causa delle politiche dei loro leader è ridotta letteralmente alla fame.
Ma si sa, un popolo affamato è un popolo arrabbiato, ed è facile per la leadership palestinese e per tutta la galassia di odiatori che li circonda trovare un colpevole in Israele. È facile alimentare l’odio nella gente che non ha nulla da perdere. Perché mai quindi dovrebbero fare qualcosa per migliorare il livello di vita dei palestinesi?
Giusto per dare due numeri: gli stipendi dei componenti della ANP sono passati da 3.000 dollari mensili a 5.000 dollari (6.000 dollari per il Primo Ministro) e la decisione è retroattiva, cioè, siccome una legge del 2004 bloccava gli aumenti degli stipendi della ANP, i leader palestinesi si sono beccati anche una consistente cifra sotto forma di arretrati. Uno scandalo nello scandalo che però non ha spinto nessuno dei donatori né dei movimenti di odiatori a proferire una sola parola.