Fouad Belkacem, capo del gruppo Sharia4Belgium, è stato condannato ieri a 12 anni di carcere dal tribunale della città portuale di Anversa, in Belgio. Oltre a lui sono stati condannati e incarcerati altri nove membri dello stesso gruppo.

Le accuse vanno dal terrorismo all’invio di combattenti jihadisti in Siria fino alla complicità nell’attentato al Museo Ebraico di Bruxelles avvenuto il 24 maggio 2014. Secondo l’accusa Fouad Belkacem, di origine marocchina, insieme ad altre 46 persone (molte delle quali attualmente in Siria) aveva fondato Sharia4Belgium con l’obbiettivo di arruolare miliziani da inviare in Siria e in Iraq e, soprattutto, con l’obbiettivo di compiere attentati in Europa. Il suo proselitismo sul web era molto violento e virale e si prefiggeva di far inserire la Sharia nell’ordinamento giuridico del Belgio. La sede della organizzazione era ad Anversa da dove Belkacem faceva partire i combattenti e dove, con molta probabilità, sono transitate anche persone di ritorno dai teatri di guerra, i cosiddetti “foreign fighters” che così tanto preoccupano le autorità europee.

Il Belgio è il primo Paese europeo ad attuare le direttive contro il reclutamento e l’invio di miliziani jihadisti in territori di guerra e a paragonare tale attività al terrorismo. Il processo a Fouad Belkacem si è svolto tra grandi misure di sicurezza per il timore di attentati.

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