Il premier Benjamin Netanyahu sarà in queste ore in visita alla Casa Bianca per parlare con il presidente americano Donald Trump.

Nell’agenda del premier israeliano si discuterà sulla sovranità del Golan (probabilmente ci sarà la firma di un documento informale che dichiarerà la sovranità israeliana), sull’Iran e la sua costante minaccia, seguito dall’incontro con i più importanti rappresentanti del Congresso e infine parlerà all’AIPAC (American Israel Affairs Cometee).

Poco prima di partire alla volta di Washington ha dichiarato che «non c’è mai stato un legame così forte tra un premier israeliano e un presidente americano e questo è un aspetto molto importante». Si parlerà anche della cooperazione tra i gruppi di intelligence che sarà, a quanto dichiarato dal premier, senza precedenti.

Dopo la visita a Washington, nel quale successivamente potremmo tirare le somme su ciò che si è detto, c’è anche la curiosità di osservare eventualmente la reazione che avranno alcuni rappresentanti dei Democratici come Ilhan Omar e Raschida Tlaib.

Una volta rientrato in patria il premier israeliano si incontrerà con il presidente brasiliano Bolsonaro, che ricambierà la visita fatta a inizio anno per la cerimonia del suo insediamento.

Nel mentre, in queste ultime ore, sia il governo della Romania che quello dell’Honduras hanno annunciato l’intenzione di spostare l’ambasciata a Gerusalemme. Tutto questo è fieno in cascina anche per la campagna elettorale che “Bibi” sta conducendo prima del voto del 9 Aprile.

Se da una parte il paese, grazie anche alle politiche dei suoi governi, è in costante crescita, sia demografica che soprattutto tecnologica, all’opposto ci sono le grane giudiziarie da cui difendersi e il recupero di consensi nella zona sud del paese, molestata dagli attentati che Hamas conduce sia coi razzi che con i palloni e aquiloni esplosivi. Una soluzione che il suo governo sembra voler risolvere con accordi con il gruppo terrorista di cui c’è poco da fidarsi e molti dalle parti di Beer Sheva e nei villaggi al confine con la Striscia di Gaza non vedono di buon occhio.

Edit: circola insistentemente la voce che dopo l’attacco di questa mattina a Tel Aviv il Premier Netanyahu potrebbe non rispettare tutto il programma e rientrare anticipatamente in Israele.

Aggiornamento delle ore 09:30Netanyahu ha deciso di rientrare anticipatamente in Israele.