Oggi ho ascoltato sconcertato e sconsolato le parole del Presidente Ucraino il quale denunciava come l’Ucraina fosse stata lasciata sola dalle “grandi potenze democratiche”.
«Questa mattina difendiamo il nostro Stato da soli. Come ieri, le forze più potenti del mondo stanno guardando da lontano» ha detto Zelenskyj.
Zelenskyj si chiede a cosa servano le sanzioni se gli aerei russi volano nel cielo ucraino e i militari russi calpestano il suolo dell’Ucraina.
Queste poche drammatiche parole del Presidente ucraino mi hanno fatto pensare all’Iran e a Israele. Mi sono chiesto cosa succederebbe se l’Iran – appoggiata da Russia e Cina – attaccasse in qualche modo Israele.
Mi sono chiesto se anche lo Stato Ebraico subirebbe la sorte dell’Ucraina, costretto a combattere da solo contro forze preponderanti e lasciato solo dalla solite “grandi potenze democratiche”.
Oddio, in fondo sta succedendo dato che le “grandi potenze democratiche”, tra le quali oltre all’America anche Russia e Cina, stanno firmando un documento che faciliterà l’Iran nella sua inarrestabile corsa alla bomba atomica.
Mi sono chiesto se Israele può ancora contare sull’appoggio americano. E non sto parlando di appoggio diplomatico, che do per scontato, ma parlo di appoggio militare.
Può ancora Israele contare sull’appoggio militare americano dopo la fuga dall’Afghanistan e prima ancora dal Kurdistan? Può Gerusalemme contare su Washington dopo l’Ucraina? Ma soprattutto, può Israele contare sull’America dopo quello che uscirà da Vienna?
Temo fortemente che non andremo lontani da una situazione simile a quella dell’Ucraina e che Israele verrà lasciato da solo.
Non è la prima volta che lo Stato Ebraico viene lasciato da solo. È nato lasciato solo. Ma questa volta di fronte ha un nemico perfido che usa il terrorismo come arma offensiva e si appoggia a gruppi terroristici per raggiungere i propri obiettivi.
L’accerchiamento dell’Ucraina è molto simile a quello che sta subendo Israele. Ambedue sono avvenuti nella quasi indifferenza generale mentre chi accerchiava dichiarava apertamente le proprie intenzioni.
Non ci sono stati fraintendimenti nelle intenzioni di Putin sull’Ucraina come non ci sono fraintendimenti sulle intenzioni degli Ayatollah iraniani in merito allo Stato Ebraico.
Eppure sembra che sia tutto normale e quando quelle [dichiarate] intenzioni vengono messe in atto tutti fingono di stupirsi, anche se sono anni che dicono quello che vogliono fare.
Sembra di vivere in quell’incubo dove vedi crollare tutto, urli a squarciagola per avvisare gli altri ma nessuno ti sente.
Ecco, l’Ucraina è la realizzazione di quell’incubo che non voglio si realizzi per Israele, perché è inutile essere una potenza militare e persino nucleare se in mezzora puoi ritrovarti i Guardiani della Rivoluzione alle porte di Gerusalemme.
È vero, queste sono sfide già affrontate [e vinte] da Israele, ma questo nemico è subdolo, si è garantito l’appoggio internazionale e quando riterrà di essere pronto cercherà in ogni modo di mettere in pratica quello che da anni urla ai quattro venti: distruggere Israele.