A 40 anni dalla storica visita del Presidente egiziano, Anwar Sadat, alla Knesset (il Parlamento israeliano) un altro egiziano sempre dalla Knesset parla di pace e convivenza tra israeliani e arabi.
Si tratta di Hazem Khairat, l’ambasciatore egiziano in Israele, il quale durante un evento alla Knesset dove oltre a lui c’erano anche il viceministro degli Esteri Tzipi Hotovely e il relatore della Knesset Yuli Edelstein, ha chiesto a Israele di «cogliere le vere opportunità di pace».
Parlando in arabo ha sostenuto che la strada della pace è quella indicata dal Piano di pace arabo (Arab Peace Initiative), piano sostenuto anche dall’Egitto in quanto «estensione della iniziativa di pace avviata da Sadat 40 anni fa».
«Dico alla parte israeliana che c’è una reale opportunità di aprire una nuova pagina con i vicini arabi, basata sulla coesistenza e la comprensione reciproca per un futuro migliore che porti alla pace» ha detto l’ambasciatore egiziano.
Il problema è che le cose in 40 non sono cambiate, almeno dal lato palestinese. Hanno rifiutato ogni piano di pace, ogni generosa concessione, e quando Israele ha lasciato liberi alcuni territori occupati, come nel caso della Striscia di Gaza, il posto degli israeliani è stato preso dai terroristi. Quindi l’appello che l’ambasciatore egiziano ha rivolto a Israele andrebbe rivolto ai palestinesi.
E poi non è che il piano di pace arabo non faccia acqua da ogni parte, specie quando pretende che Israele si ritiri entro i confini del 67, compresa quindi Gerusalemme, o quando concede il cosiddetto “diritto al ritorno” ai milioni di finti profughi palestinesi sparsi per tutto il mondo arabo. Una trattativa è tale se non ci sono imposizioni e se le parti dialogano e trattano, altrimenti non è una trattativa, è una costrizione.
Apprezzando il fatto che l’ambasciatore egiziano in Israele abbia parlato dalla Knesset e il coraggio dimostrato nel farlo, apprezzando le parole di pace pronunciate in questa occasione, vorremmo che lo stesso appello venisse rivolto alla controparte palestinese. Sono i palestinesi che hanno sempre rifiutato qualsiasi trattativa, non Israele. In diplomazia non succede mai che chi si trova in posizione di forza, come Israele, debba accettare le imposizioni della parte più debole. Si alla pace, si alle trattative, ma assolutamente NO alla resa incondizionata.