Israele ha vinto e gli arabi hanno perso, se ne facciano una ragione e vadano avanti cercando di costruire la propria società, la propria economia, la propria storia (senza usurpare quella degli altri) e la loro cultura. Il Governo israeliano si attivi per affermare questa verità. E’ quanto emerge dalla discussione in seno al Middle East Forum riunitosi in questi giorni a Gerusalemme dove si tiene a battesimo il Knesset Israel Victory Caucus (KIVC).

«Il Conflitto è finito» ha detto il Presidente del forum, Daniel Pipes. «Come americano vorrei che il mio Governo dicesse a quello israeliano di fare tutto il necessario per convincere i palestinesi e gli arabi che hanno perso».

Da diverso tempo il Middle East Forum sostiene un approccio diverso alla soluzione del conflitto in Medio Oriente tra Israele e arabi. Questo approccio prevede che si parta dal fatto, incontestabile, che Israele ha vinto il conflitto con gli arabi e che quindi non si deve piegare alla logica che vuole “concessioni dolorose” da parte dello Stato Ebraico in cambio di pace. Al contrario, il Middle East Forum propone che l’onere di concessioni dolorose spetti a coloro che hanno perso il conflitto, cioè agli arabi palestinesi. Il KIVC vuole introdurre questo nuovo punto di vista a livello politico convincendo i politici israeliani a lavorare in questo senso.

A presiedere il KIVC saranno Oded Forer (Yisrael Beytenu) e Yaakov Peri (Yesh Atid), ma hanno aderito e stanno aderendo diversi membri della Knesset, tutti membri della coalizione di Governo. Lo scopo del KIVC è soprattutto quello di evidenziare l’incompatibilità tra il progetto sionista che ha come obiettivo la costruzione di Israele, e quello palestinese che ha come obiettivo la distruzione di Israele. E’ evidente che non ci sono le condizioni per poter trattare la pace con chi ti vuole distruggere, l’unica soluzione rimane quindi quella di imporla partendo dal fatto che i palestinesi hanno perso il conflitto e che quindi Israele, in qualità di Paese vincitore, ha il Diritto/dovere di imporre le condizioni e non di subirle. Ed è una logica che non fa una piega.

[box type=”tick”]Se apprezzi il nostro lavoro valuta la possibilità di fare una piccola donazione a Rights Reporter[/box]