Ormai ISIS è il marchio di fabbrica del terrorismo islamico. Credo che su questo si sia tutti d’accordo. Non c’è attentato di matrice islamica che ISIS non rivendichi. Ma per assurdo, mentre gli “esperti occidentali” si affannano a fare distinzione tra ISIS e Islam moderato, lo stesso Islam moderato non sembra interessato a denunciare con forza, quella senza fraintendimenti e benaltrismo, gli attentati di matrice islamica che stanno insanguinando tutta Europa e il mondo intero.
Sembra quasi la fotocopia della strategia del doppio filone, quello politico e quello militare, già visto più volte in altre occasioni in cui si è avuto a che fare con l’estremismo islamico. Hezbollah, Hamas, la Fratellanza Musulmana e tanti altri vengono descritti come organizzazioni che hanno un’ala politica, regolare e riconosciuta, e un’ala militare considerata terrorista. E’ un sistema perfettamente collaudato per sdoganare la violenza islamica e mascherarla da “resistenza”. In Israele lo sanno benissimo come funziona e sanno benissimo che non c’è nessuna differenza tra la cosiddetta “ala politica” di un movimento islamico e la sua “ala militare”. Ecco, con ISIS avviene esattamente la stessa cosa. Da un lato ci sono i terroristi di Daesh che rappresentano l’ala militare, dall’altro il cosiddetto “Islam moderato” o “Islam politico” che rappresenta l’ala politica. Da un lato i terroristi omicidi che massacrano innocenti, dall’altro un gruppo di persone che attraverso tecniche di dissimulazione e usando a pieni mani ogni tecnica di benaltrismo cerca di sminuire la gravità degli attacchi senza però prendere apertamente posizione contro gli attacchi. E’ un film già visto in Medio Oriente che ora viene riproposto in grande stile in occidente.
Non è detta che ISIS sia pienamente consapevole di come il suo “operato” venga usato dai musulmani moderati. Daesh colpisce anche i musulmani, odia forse di più gli sciiti di quanto non odi l’occidente. E i musulmani moderati non esitano a usare questa peculiarità dello Stato Islamico per rimarcare che “le prime vittime dell’ISIS sono i musulmani” dimenticando sapientemente di dire che nella maggioranza dei casi sono vittime sciite o di altre confessioni e minoranze islamiche di cui a loro importa poco o nulla, infedeli peggiori degli infedeli.
Il punto è che il cosiddetto Islam moderato o Islam politico in occidente è rappresentato quasi unicamente dalla Fratellanza Musulmana, cioè dall’ala sunnita dell’Islam, quella cioè di cui fa parte anche ISIS. Perché mai quindi dovrebbero condannarlo? Se è vero che la politica è la continuazione della guerra con altri mezzi, ISIS e Islam moderato (o politico) sono contigui e non divisi. L’uno è funzionale all’altro tanto che con l’avvento di Daesh in molti hanno pensato che la soluzione sarebbe stata e debba essere proprio l’affidarsi all’Islam moderato o politico. Un bel guadagno a livello di immagine.
Fino ad oggi non vi è stata una sola dimostrazione seria che abbia mostrato il cosiddetto Islam moderato prendere le distanze senza fraintendimenti da ISIS, è stato un festival di ipocrisia e benaltrismo. E anche quando grandi firme del giornalismo italiano non certo islamofobe, come Gramellini, chiedono all’Islam moderato di prendere apertamente posizione senza fraintendimenti, la risposta che arriva dai moderati musulmani è quella affidata a Sabika Shah Povia, una chiusura di fatto alle giuste richieste di Gramellini condita da un esercizio di benaltrismo che raramente si era visto. Eppure sarebbe stato facilissimo farlo, sarebbe stato facilissimo mostrasi “nostri fratelli”. Ma onestamente, visti anche i rappresentati dell’islam moderato, non credo che ai Fratelli Musulmani (inteso come movimento) interessi sentirsi “nostri fratelli” e dimostrare contro ISIS e le stragi commesse nel nome di Allah. Perché quindi dovremmo credere che ci sia differenza tra ISIS e Islam moderato?
Scritto da Antonio M. Suarez