Si fa presto a dire Hezbollah, ma la verità è che il Libano è nelle mani del Corpo delle guardie della rivoluzione iraniana (IRGC).
È questo quello che ti senti rispondere dagli amici libanesi sulle chat che ormai resistono da un decennio e che sono rimaste l’unico modo sicuro di comunicare in un Paese che da tempo è diventato una provincia iraniana.
Si pensava che il Libano fosse leggermente diverso dall’Iraq dove le milizie filo-iraniane trasformate in partiti politici prendono ordini direttamente dal IRGC e attuano la politica imposta da Teheran. Per questo sono state pesantemente punite alle ultime elezioni.
In Libano pensavamo tutti che la politica la facesse Hezbollah, certo, ben condizionata da Teheran ma con una certa indipendenza.
E invece no. Come in Iraq la politica libanese è strettamente condizionata al volere del Corpo dei guardiani della rivoluzione (IRGC), specialmente dopo l’enorme esplosione che lo scorso anno ha distrutto il porto di Beirut, ucciso 214 persone ferendone oltre settemila. Hanno molto da nascondere.
Ne sono una prova i disordini scoppiati quando la giustizia libanese ha messo a capo delle indagini su quell’evento ancora misterioso un giudice incorruttibile e lontano da Teheran e da Hezbollah.
Guarda caso gli stessi pilotati disordini scoppiati due giorni fa in Iraq a seguito del fatto che la popolazione irachena ha deciso con regolari elezioni di buttare fuori dal paese le guardie rivoluzionarie iraniane.
Oggi il Libano è praticamente nelle stesse condizioni dell’Iraq con l’aggravante che Hezbollah non è Hashed al-Shaabi
Scrive Hanin Ghaddar che «quando sono usciti i risultati delle elezioni parlamentari irachene, l’Iran e i suoi delegati regionali sono stati colti di sorpresa. Il fatto che le milizie sostenute dall’Iran abbiano perso circa il 60 per cento dei loro seggi parlamentari riflette il malcontento iracheno per il comportamento del Corpo delle guardie rivoluzionarie iraniane (IRGC) in Iraq».
Hanin Ghaddar non scrive che il popolo iracheno aveva punito la politica del braccio politico di Hashed al-Shaabi, le milizie filo-iraniane. No, scrive che avevano punito le politiche del IRGC. E non lo fa a caso.
Oggi il Libano è praticamente nelle stesse condizioni dell’Iraq con l’aggravante che Hezbollah non è Hashed al-Shaabi. Il gruppo terrorista libanese è uno stato nello stato, con un vero esercito che solo i pazzi si ostinano a paragonare a una milizia.
Anche il popolo libanese è stanco delle Guardie della rivoluzione iraniana e di Hezbollah e se gli sarà permesso lo dimostrerà alle prossime elezioni del 27 marzo.
Sottolineo “se gli sarà permesso” perché non è detta che il Libano vada al voto. Molti libanesi sono scettici sul fatto che l’IRGC ed Hezbollah lo permetteranno.