Questa mattina ascoltando una trasmissione radio rai (Caterpillar AM) ho sentito un abitante della Val Susa fare una affermazione molto importante: “la Val Susa è ostaggio di pochi violenti che non sono nemmeno di queste parti e ai quali non importa niente delle regioni dei NO TAV”. Un atto di accusa molto forte che conferma come dietro alla vicenda NO TAV si muovano purtroppo altre realtà che definire eversive è dire poco.

Una premessa va fatta: i veri militanti NO TAV hanno probabilmente ragioni da vendere, cioè, l’opera è effettivamente con molta probabilità uno spreco enorme di fondi pubblici. Questo, va chiarito, è una mia personalissima opinione che può piacere o meno.

Premesso questo, qualsiasi contestazione presa da organismi democratici quali sono gli organi dello Stato italiano, può essere contestata in mille modi, ma mai, MAI, con strumenti violenti o con mezzi che privano altri cittadini dei loro Diritti come il blocco delle strade, delle stazioni o delle autostrade.

Contestare la Polizia, come ho visto fare su diversi giornali di estrema sinistra, perché tenta di riportare alla normalità una situazione chiaramente antidemocratica ed eversiva, è sconvolgere completamente la realtà dei fatti ed è fomentare la violenza di quelli che dietro la maschera NO TAV nascondono solo finalità eversive.

Oltretutto, questa situazione danneggia proprio le ragioni, più che valide, dei veri NO TAV perché a questo punto lo Stato non può più fare  marcia indietro perché verrebbe vista come la vittoria della violenza sulla democrazia.

L’unica soluzione, paradossalmente, sarebbe che i veri NO TAV interrompano la protesta, isolino i violenti e poi tornino al tavolo delle trattative con lo Stato. In queste condizioni lo Stato non può trattare. Ed è giusto che le forze dell’ordine cerchino di riportare la democrazia dove è stata occultata da pochi violenti che danneggiano tutto un movimento più che legittimo. Non può essere la violenza a prevalere sulle ragioni.

Bianca B