Il Presidente USA, Barack Hussein Obama, con riferimento all’atteggiamento americano verso l’Iran è passato in un batter d’occhio dalla cosiddetta “politica della mano tesa” alla “politica di contenimento”. Lo ha detto ieri durante il discorso tenuto alla conferenza AIPAC (American Israel Public Affairs Committee).
Che la politica della mano tesa avesse fallito se ne sono accorti tutti. L’Iran ha continuato a costruire la propria bomba atomica (è di queste ore la notizia che avrebbe tenuto due test nucleari in Corea del Nord) e a dare sberloni a destra e a manca infischiandosene anche dell’Agenzia Atomica Internazionale.
E allora cosa si inventa il Presidente americano più amato dagli islamici? La “politica di contenimento”. Ma in cosa consiste questa nuova forma di politica che, secondo l’Hussein americano, dovrebbe impedire all’Iran di dotarsi d armi nucleari? Praticamente è la continuazione della “politica della mano tesa” con altre parole. In sostanza consiste nel non fare nulla e nell’aspettare gli eventi che, secondo Hussein Obama, dovrebbero essere condizionati dalle sanzioni.
Peccato che, come abbiamo visto, le sanzioni all’Iran colpiscono principalmente la povera gente ma non intaccano né il regime né le sue velleità nucleari. Ergo, l’Iran entro qualche mese avrà la sua bella bomba atomica e così potrà spadroneggiare quando e come vuole.
Se uno qualsiasi qualche anno fa avesse detto che gli USA sarebbero diventati il più importante alleato degli Ayatollah, sarebbe stato preso per pazzo, invece non possiamo che constatare che allo stato attuale delle cose, Barack Hussein Obama è effettivamente il miglio amico degli Ayatollah, con buona pace per tutto il resto del mondo.
Sarah F.