I dati diffusi dalla “conference on child marriage” organizzata dalle Nazioni Unite sono impressionanti. Ogni anno circa 15 milioni di bambine vengono costrette a sposarsi o vendute a scopo di matrimonio. E non ci sono solo i Paesi islamici nella lunga lista di paesi che permettono questa pratica giudicata illegale dalla Nazioni Unite, ma anche moltissimi Paesi africani e incredibilmente molti Paesi occidentali che chiudono gli occhi di fronte a questa enorme violazione dei Diritti Umani.
Definizione di sposa bambina
Secondo la Convenzione per i Diritti del Bambino vengono generalmente definiti “matrimoni precoci” quelli contratti con maschi di età inferiore ai 18 anni e femmine di età inferiore ai 16 anni. La sposa bambina è quindi una ragazza di età inferiore ai 16 anni che viene data in moglie a uomini spesso molto più grandi.
Dove
Il fenomeno è molto diffuso nei Paesi musulmani e in alcuni Paesi africani. In Asia il Paese con più matrimoni precoci è il Pakistan dove solo la metà delle donne si sposa dopo i 18 anni, mentre il 35% si sposa prima e addirittura il 15% si sposa prima dei 16 anni con casi (non proprio isolati) di matrimoni con bambine di età inferiore ai 12 anni. In Africa il Paese con il più alto numero di matrimoni precoci è la Nigeria dove nel nord del Paese a maggioranza musulmana l’età media delle ragazze date in sposa è di 16 anni. Tuttavia va detto che i dati precisi non sono disponibili in quanto è molto difficile censire le zone rurali africane e quelle di alcuni paesi asiatici. Ma la stima fatta dalle Nazioni Unite di 15 milioni di spose bambine è molto verosimile e probabilmente persino in difetto.
Le conseguenze
Le conseguenze sulle spose bambine sono spesso devastanti. Le morti da parto sono 16 volte superiori a quelle registrate sulle donne in età idonea a partorire con picchi di 22 volte nei Paesi più poveri. Il matrimonio precoce impedisce poi la scolarizzazione. Oltre il 40% delle spose bambine è analfabeta. Infine i casi di violenza domestica arrivano a sfiorare il 75% dei casi nei quali la sposa è poco più di una bambina.
L’occidente e i matrimoni per procura
Durante la conferenza uno dei temi che si è toccato è stato quello dei cosiddetti matrimoni per procura o combinati a distanza tra uomini residenti in un Paese occidentale e spose bambine residenti nei Paesi poveri. In molti casi si è potuto verificare che le ragazze o addirittura le bambine non hanno alcuna scelta, non hanno voce in capitolo, vengono semplicemente vendute dalla famiglia e comprate dall’uomo che le sposa per procura o si reca nel Paese d’origine per contrarre il matrimonio, che poi viene regolarmente riconosciuto dagli Stati Occidentali. Nessuno contesta il fatto che nella maggioranza dei casi questi siano matrimoni forzati e contratti con minorenni. La regola è quella di non “interferire con le tradizioni locali” anche se questo comporta una palese violazione dei Diritti Umani. Sono anni che si chiede una presa di posizione chiara da parte dell’occidente (nel nostro caso da parte dell’Unione Europea) sul riconoscimento di questo tipo di matrimoni e in special modo per quelli contratti con ragazze minorenni, ma fino ad oggi questo non è avvenuto salvo che in pochi sporadici casi dove la sposa aveva una età inferiore ai 12 anni.
E’ inutile continuare a fare conferenze periodiche su questo tema quando il numero di spose bambine cresce ogni anno invece di diminuire e quando persino l’Occidente chiude gli occhi di fronte a evidenti e palesi matrimoni forzati con ragazzine minorenni poco più che bambine. Il problema è serio è riguarda ogni anno 15 milioni di bambine. E’ ora di fare qualcosa di serio, di rompere questo assurdo e vergognoso silenzio.
[glyphicon type=”user”] Scritto da Sonia M.
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