Sudan: a El-Fasher, indicibili violenze, stupri e uccisioni di massa

By Haamid B. al-Mu’tasim - Blogger

Martedì le nazioni arabe e le organizzazioni regionali hanno condannato con forza quelle che hanno definito “gravi violazioni umanitarie” commesse dalle forze paramilitari sudanesi Rapid Support Forces (RSF) durante l’assalto alla città di Al Fasher, sollecitando una tregua umanitaria immediata.

Egitto, Arabia Saudita, Qatar, Giordania e Lega Araba si sono uniti all’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) e alla Lega Musulmana Mondiale nel chiedere moderazione e un cessate il fuoco, alla luce delle notizie di uccisioni di massa e sofferenze dei civili nella capitale assediata del Darfur settentrionale.

Il ministero degli Esteri egiziano ha chiesto “tutte le misure possibili per ottenere una tregua umanitaria immediata in tutto il Sudan”, ribadendo il “continuo sostegno del Cairo per aiutare il Sudan a superare la crisi attuale” e respingendo qualsiasi tentativo di dividere il Paese.

Gravi violazioni umanitarie”

Il Ministero degli Esteri dell’Arabia Saudita ha denunciato “gravi violazioni umanitarie” durante gli attacchi dell’RSF. Ha esortato il gruppo paramilitare a rispettare i propri obblighi ai sensi della “Dichiarazione di Jeddah sulla protezione dei civili”, firmata nel maggio 2023.

Riyadh ha sottolineato l’importanza di garantire un accesso umanitario sicuro e il rispetto del diritto internazionale.

Il Qatar ha condannato le “terribili violazioni” e ha esortato l’RSF a “adempiere al proprio dovere di proteggere i civili e facilitare gli aiuti umanitari”.

La Giordania ha espresso “profonda preoccupazione” per l’escalation di violenza e ha ribadito il proprio sostegno a una soluzione politica “che preservi la sicurezza, l’unità e l’integrità territoriale del Sudan”.

Minaccia all’unità e alla stabilità del Sudan”

Sia l’OIC che la Lega Araba hanno fatto eco alle richieste di una tregua umanitaria urgente che porti a un cessate il fuoco globale.

L’OIC ha avvertito che il protrarsi delle violenze “minaccia l’unità e la stabilità del Sudan”, mentre la Lega Araba ha dichiarato di “seguire con profonda preoccupazione gli sviluppi a El-Fasher” dopo il ritiro dell’esercito e le notizie di “crimini orribili” contro i civili.

Anche la Lega Musulmana Mondiale ha espresso una forte condanna, chiedendo un “dialogo serio ed efficace” per porre fine alla “guerra devastante che ha portato miseria e sofferenza al popolo sudanese”.

Uccisioni sistematiche da parte dei militanti dell’RSF

Le condanne coordinate sono arrivate il giorno dopo che il capo del Consiglio sovrano sudanese Abdel Fattah al Burhan ha annunciato il ritiro dell’esercito da Al Fasher “per risparmiarle ulteriori distruzioni e uccisioni sistematiche” da parte dei militanti dell’RSF.

I funzionari sudanesi e le agenzie umanitarie hanno accusato l’RSF di aver compiuto massacri, detenzioni arbitrarie e sfollamenti forzati durante la sua offensiva sulla città, che è stata sotto assedio per più di un anno.

L’ONU ha esortato l’RSF a consentire un “corridoio sicuro” per la fuga dei civili. I gruppi armati alleati con l’esercito sudanese hanno accusato l’RSF di aver ucciso 2.000 civili ad Al Fasher il 26-27 ottobre, accuse che l’RSF ha negato, affermando che stava “ripulendo la città” dalle unità dell’esercito rimaste.

I combattimenti tra le forze armate sudanesi e l’RSF infuriano dall’aprile 2023, causando migliaia di morti e oltre 15 milioni di sfollati, rendendola una delle peggiori crisi umanitarie al mondo.

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Blogger siriano rifugiato in Italia. Esperto di terrorismo islamico e di dinamiche mediorientali in particolare di Siria e Iraq