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Che noi si pensi che il Segretario di Stato americano, John Kerry, altro non sia che un inetto non è certo una novità, che insieme a Obama formi la moderna (ma molto letale) versione di Gianni e Pinotto lo abbiamo detto più volte, ma che Kerry arrivasse a tanto davvero non ce lo aspettavamo.

Cosa ha fatto questa volta il braccio destro di Obama di tanto scandaloso? E’ andato al Congresso USA per riferire sugli sviluppi dei colloqui di pace tra Israele e Autorità Nazionale Palestinese (ANP) e ha detto che la pretesa di Israele di essere riconosciuto come Stato Ebraico «è un errore nel processo diplomatico» qualcosa che sta ostacolando il processo di pace in Medio Oriente. E poi ha lanciato una durissima critica al Premier israeliano, Netanyahu, definendo la sua “pretesa” di riconoscimento dello Stato Ebraico una inutile presa di posizione in quanto Israele sarebbe riconosciuto come Stato Ebraico dalla risoluzione 181 del 1947 e quindi non ci sarebbe alcun riconoscimento da fare.

Peccato che Israele non stia trattando con gli Stati Uniti che quella risoluzione dell’Onu la riconoscono, ma con la ANP che non solo non riconosce la risoluzione 181/1974 ma che nel suo statuto ha come primo obbiettivo la distruzione di Israele.

La dichiarazione di John Kerry pronunciata di fronte al Congresso americano è quindi chiaramente un regalo (l’ennesimo) ad Abu Mazen che più volte ha affermato che la futura Palestina «non riconoscerà mai Israele come Stato Ebraico». Il fatto, davvero deplorevole e scandaloso, pone una domanda non da poco: quanto è imparziale il Segretario di Stato americano (e quindi Obama) nelle cosiddette trattative di pace tra Israele e ANP? Già Kerry ha sorvolato allegramente sul fatto che Abu Mazen da oltre sei anni non sia più un leader regolarmente eletto e che quindi non ha alcuna legittimazione a rappresentare i palestinesi, già ha costretto Israele a rilasciare un gran numero di terroristi per dare quella legittimazione che manca ad Abu Mazen e ora vorrebbe addirittura il rilascio di gente come Marwan Barghouti. Adesso pretende che Israele rinunci al riconoscimento come Stato Ebraico.

Ma il punto più basso John Kerry lo ha raggiunto quando ha sostenuto davanti al Congresso USA che Yasser Arafat aveva già riconosciuto Israele come Stato Ebraico e che quindi non c’era alcun bisogno di chiedere nuovamente quel riconoscimento. Beh, John Kerry mente sapendo di mentire perché non esiste alcun documento o dichiarazione in cui Arafat riconosca Israele come Stato Ebraico. Anzi, proprio Arafat è il primo firmatario della carta della OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) nella quale viene indicato l’obbiettivo primario, cioè la distruzione di Israele. E sarebbe anche il caso di ricordare a Kerry che lo stesso Arafat, subito dopo che Israele in occasione degli accordi di Camp David aveva accolto il 99% delle sue richieste (vedi quadro sotto) aveva rinnegato quegli stessi accordi mandando letteralmente a quel paese tutto il mondo e Israele. Citare quindi Arafat come esempio è davvero una cosa ridicola oltre che politicamente dannosa. Lo stesso Bill Clinton che lavorò alacremente a quegli accordi rimase prima sorpreso dalle incredibilmente generose concessioni di Israele e poi dal dietrofront di Arafat che dimostrava con chiarezza quello che anche oggi è evidente e cioè che i palestinesi non vogliono alcuna pace con Israele.

Lasciateci dire ancora una volta che la politica tenuta dalla Casa Bianca in Medio Oriente assomiglia tanto a una politica filo-terrorista piuttosto che a una politica liberale e progressista volta alla pace. Non ci è chiaro se questo derivi da un odio malcelato verso Israele oppure da mera stupidità, ma se c’è una certezza è che John Kerry e Obama stanno certamente lavorando in maniera unidirezionale a favore dei palestinesi e di uno degli uomini più corrotti del mondo: Abu Mazen. Di Israele non gliene frega niente, anzi, lo vedono come un insormontabile ostacolo da abbattere.

[gss-content-box]Cosa ottennero i Palestinesi a Camp David nel 2000 che prima accettarono e poi rifiutarono?  

  •  Il 97% di Giudea e Samaria
  • Tutta la Striscia di Gaza,
  • Il 75% della Città Vecchia di Gerusalemme,
  • Il controllo del Monte del Tempio,
  • Il Diritto al ritorno per un importo non specificato di palestinesi “rifugiati”
  • Risarcimento per i “rifugiati” che rinunciavano al ritorno,
  • Liberazione dei prigionieri, compresi quelli che avevano ucciso israeliani innocenti [/gss-content-box]

Adrian Niscemi