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“L’olocausto è una invenzione dei servizi segreti americani. I sei milioni di ebrei che si sostiene siano stati uccisi dai tedeschi sono in realtà stati trasferiti negli USA”. A pronunciare queste e altre sconcertanti parole è stato Fathi Shihab-Eddim, una delle persone più vicine al Presidente egiziano Mohammed Morsi.

Fathi Shihab-Eddim non è uno qualsiasi, è l’uomo responsabile delle nomine dei direttori dei giornali e delle testate televisive del regime egiziano, ma soprattutto è un uomo vicinissimo come ideologia a Mohammed Morsi.

Le allucinanti dichiarazioni sono state riportate ieri sera dalla Fox News che, tra l’altro, ne ha raccolte di altre altrettanto allucinate come quella secondo cui “il mito dell’olocausto è stato inventato dagli USA e dai suoi alleati per avere la scusa di attaccare gli Stati membri dell’Asse e poter sganciare le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki”. Le dichiarazioni di Fathi Shihab-Eddim  arrivano a poche settimane dalla scoperta di un video in cui il futuro presidente egiziano, Mohammed Morsi, viene ripreso durante un incontro dei Fratelli Musulmani nel quale definisce gli ebrei “cani e maiali” e auspica la lotta armata contro lo Stato Ebraico di Israele. Gli USA hanno chiesto più volte a Morsi di scusarsi per quel video senza tuttavia ricevere alcuna risposta.

Ora, il mondo ha chiuso gli occhi di fronte alla islamizzazione dell’Egitto, all’introduzione di leggi speciali che nemmeno Mubarak aveva mai avuto il coraggio di introdurre. Sta chiudendo gli occhi di fronte alle recenti sommosse popolari che chiedono vera democrazia e non la Sharia, si è girato dall’altra parte quando Morsi ha aperto all’Iran e si è recato a Teheran, ha accettato che il regime egiziano ospitasse i leader di Hamas diventandone il portavoce ufficiale. Ma adesso si è davvero supero ogni limite e questa continua fomentazione dell’odio razziale da parte dell’Egitto nei confronti dello Stato Ebraico di Israele e degli ebrei di tutto il mondo, non può essere più tollerata.

La comunità internazionale ha il dovere di intervenire senza esitazioni bloccando immediatamente qualsiasi aiuto al regime egiziano, tanto più se si tratta di aiuti militari. Non solo, occorre iniziare a riflettere se sia il caso o meno di lasciare una via di comunicazione importante come il Canale di Suez in mano di estremisti islamici come i Fratelli Musulmani. Non è più il tempo di girarsi dall’altra parte ma, al contrario, è il momento di intervenire con decisione contro questi fanatici islamici prima che sia troppo tardi.

Noemi Cabitza