Una vera e propria pioggia di missili si è abbattuta nelle ultime 24 ore su Israele. Oltre 50 missili sono stati sparati dai terroristi verso il Negev occidentale dove a farne le spese sono state 11 guardie di frontiera rimaste ferite. Missili su Hof Ashkelon, Eshkol e altre località.

E’ un vero e proprio attacco indiscriminato che mira a fare vittime civili, una escalation prevista dagli esperti e puntualmente verificatasi che mira a costringere Israele a reagire per dare ai Fratelli Musulmani in Egitto una scusa per attaccare lo Stato Ebraico e per spingere la folla islamica a chiedere alla giunta militare di reagire o di lasciare il potere. Una tattica denunciata anche ieri che sembra trovare conferma in queste ore.

Pressoché immediata la risposta di Israele che con la sua aviazione ha colpito sette obbiettivi terroristici nella Striscia di Gaza. L’Home Front Command ha dato disposizione ai cittadini israeliani che vivono nei pressi del confine con Gaza di rimanere in prossimità dei rifugi e comunque di non portare avanti la consueta routine (lavoro, scuola, ecc. ecc.) a causa del forte pericolo di essere colti all’aperto da un attacco terroristico. Milioni di persone condizionate dagli attacchi provenienti da Gaza.

Si fa quindi sempre più impellente la necessità di risolvere il “problema Gaza” una volta per tutte. Non è possibile che milioni di persone siano tenute in ostaggio da un gruppo terrorista che mira deliberatamente a uccidere i civili (con buona pace di Amnesty International). Per questo motivo il Ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, ha convocato una riunione urgente dei vertici militari per valutare la situazione e decidere il da farsi. Per il momento il Governo Israeliano sembra orientato a singole azioni di ritorsione mirata, ma se gli attacchi dovessero continuare nessuna opzione sarà esclusa, compresa quella di un attacco militare a Gaza.

Sarah F.