Sgambetto di Obama a Israele: no ai fondi per la difesa missilistica

15 Giugno 2016

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Prima di andarsene definitivamente Obama vuole lasciare il segno e prepara l’ultimo sgambetto a Israele negando un aumento dei fondi per la difesa missilistica dello Stato Ebraico, il tutto dopo che solo pochi giorni fa Susan Rice prometteva aiuti record.

Ieri la Casa Bianca ha annunciato che non aumenterà i finanziamenti per la difesa missilistica di Israele rispetto a quelli già stanziati per il 2017. Era stata la Camera dei Deputati americana a chiedere che tali finanziamenti aumentassero di 455 milioni di dollari per far fronte alla aumentata minaccia missilistica proveniente in particolare dall’Iran (come conseguenza dell’accordo sul nucleare iraniano fortemente voluto da Obama) e da Hezbollah che dispone di centinaia di migliaia di missili.

Ieri la Casa Bianca ha inviato una lunga lettera al Congresso nella quale elenca tutti i motivi per cui rifiuta di aumentare gli stanziamenti per la difesa antimissile di Israele. Tra i motivi elencati da Obama c’è l’aumento delle spese militari dovute alla guerra contro lo Stato Islamico, una guerra che però gli Stati Uniti non sembrano francamente combattere o comunque non combattono come se fosse un conflitto, senza cioè un ampio utilizzo dei loro mezzi militari che giustifichino un aumento sproporzionato del budget militare.

In un comunicato diffuso ieri sera la AIPAC (American Israel Public Affairs Committee) si è detta “profondamente delusa” da questa decisione di Obama che arriva in un momento in cui la minaccia missilistica contro Israele è cresciuta in maniera esponenziale proprio a causa delle politiche della Amministrazione Obama.

In ballo ci sono le cooperazioni tra Israele e Stati Uniti per quanto riguarda i sistemi di difesa missilistica quali Arrow, David’s Sling e soprattutto Iron Dome, indispensabili per la difesa di Israele, che Obama con questa decisione ha praticamente ridotto al limite, anzi, secondo il senatore Ted Cruz, gli acquisti supplementari di tali sistemi sarebbero stati praticamente azzerati in un momento in cui la minaccia missilistica contro lo Stato Ebraico è aumentata notevolmente.

La proposta approvata dalla Camera dei Deputati prevedeva uno stanziamento pari 600,8 milioni di dollari per aumentare il potenziale difensivo di Israele suddiviso tra sviluppo e acquisto di munizionamento per i sistemi Iron Dome, Arrows e David’s Sling, di cui una quota per l’acquisto supplementare dei missili intercettori destinati al sistema Iron Dome. Per arrivare a tale cifra serviva che i finanziamenti previsti per il 2017 aumentassero appunto di 455 milioni.

In occasione dell’accordo sul nucleare iraniano il Presidente Obama aveva cercato di smorzare le polemiche promettendo un considerevole aumento dei finanziamenti dedicati alla difesa missilistica di Israele, promessa che come ci aspettavamo non è stata mantenuta.

Scritto da Adrian Niscemi

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