Una squadra di negoziatori del gruppo terrorista palestinese di Hamas si trova in questi giorni in Arabia Saudita per trattare la liberazione di 62 palestinesi arrestati dalle autorità saudite con l’accusa di terrorismo.
A rivelarlo ad alcune agenzie di stampa turche è stato Basim Naim, membro di spicco del gruppo terrorista palestinese che da anni tiene in ostaggio la Striscia di Gaza.
Secondo quanto riferito da Basim Naim le autorità saudite hanno arrestato, processato e condannato 62 palestinesi con l’accusa di «sostegno a gruppi terroristici».
Secondo quanto si apprende i 62 palestinesi vivevano e lavoravano da anni in Arabia Saudita da dove tenevano regolari contatti con Hamas.
L’accusa precisa per cui sarebbero stati condannati i 62 palestinesi sarebbe quella di aver «sostenuto entità terroristiche che danneggiano gli interessi del regno».
Commentando il fatto con l’agenzia turca Anadolu, Basim Naim si è detto stupito di questo atteggiamento saudita nonostante abbia ammesso che le relazioni tra l’Arabia Saudita e Hamas in questo preciso momento storico siano pessime.
Secondo l’esponente di Hamas i sauditi sarebbero passati dalla parte del nemico (Israele n.d.r.) dopo che per decenni hanno sostenuto la cosiddetta “causa palestinese”.
«Hamas non ha mai interferito con gli affari interni del regno saudita» ha detto Naim ai giornalisti turchi «quindi non riusciamo a capire quali interessi sauditi potremmo danneggiare».
Poi, continuando nel suo discorso, Basim Naim ha insinuato che gli unici interessi sauditi che Hamas potrebbe danneggiare sono quelli legati alla «nuova politica estera di Riad» che appoggia il piano di pace americano per il Medio Oriente.
In ogni caso le trattative per la liberazione dei 62 palestinesi sono ancora in corso e la dirigenza di Hamas spera che si possano risolvere prima dell’inizio del Ramadan.