Sull’accordo tra Israele ed Emirati Arabi Uniti si è scritto tanto, si è detto tanto e si è persino fantasticato tanto.
Prima di tutto si è detto subito che era un accordo in configurazione anti-Teheran. Lo hanno detto quelli bravi quindi c’è da crederci, tuttavia…
Sicuramente a Teheran non avranno fatto capriole di gioia, ma secondo me non si sono nemmeno stracciati le vesti. Chi tratta di Medio Oriente sa benissimo che sotto sotto Israele ed Emirati è un po’ che si parlano e forse collaborano anche su alcuni fronti della difesa.
Non dico certo che l’accordo non ha sorpreso, ma da qui a pensare che sia stato fatto pensando al pericolo iraniano ce ne passa, specie ora che quel pericolo appare sotto molti aspetti abbastanza ridimensionato.
Io piuttosto guarderei a nord-ovest dell’Iran, alla Turchia del nuovo califfo Erdogan che infatti non ha tardato a mostrare il proprio disappunto per questo accordo.
Il sostituto di Abu Bakr al-Baghdadi è arrivato addirittura a minacciare il ritiro del proprio ambasciatore negli Emirati tanto è infuriato per questa evoluzione della politica mediorientale.
E si, perché Erdogan è tutto meno che stupido e sa benissimo che gli Emirati Arabi Uniti temono molto di più una espansione della Fratellanza Musulmana piuttosto che i pasdaran iraniani.
Dubai e Gerusalemme insieme possono guastare molti dei piani di Erdogan a partire da quelli che dalla Libia attraversano tutto il Mediterraneo.
Gli Emirati già ostacolano Erdogan in Libia (e non solo), il passo per ostacolarlo anche nel Mediterraneo a questo punto è breve.
I prossimi mesi le acque del Mediterraneo potrebbero diventare caldissime. Erdogan sta facendo di tutto per appropriarsi degli immensi giacimenti di gas (non suoi) e delle riserve petrolifere libiche. Ed proprio su queste ultime che lo scontro tra Dubai ed Ankara si fa serrato mentre sul gas o prima o poi dovrà vedersela con Israele. Ed è in questo scacchiere che le alleanze e gli accordi contano veramente.
Il fronte iraniano rimane uno dei più caldi e pericolosi, nessuno sano di mente lo metterebbe in dubbio, ma il vero fronte caldo del futuro prossimo è la lotta all’espansionismo turco, quindi della Fratellanza Musulmana, in Africa, in Medio Oriente e nel Mediterraneo. Israele ed Emirati lo sanno.