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Rights Reporter > World > Europe > Agenzie di rating: chi giudica i giudicanti?
Europe

Agenzie di rating: chi giudica i giudicanti?

By redazione Published 7 Luglio 2011

E’ guerra aperta tra Unione Europea e agenzie di rating. Il sospetto, più che fondato, è che dietro alle grandi agenzie di rating (Standard & Poor’s e Moody’s  prima di tutte) si nasconda un gruppo di grandi speculatori internazionali che decidono il destino di interi Paesi.

La conferma dei sospetti che ormai circolano da diverso tempo nelle cancellerie europee, è arrivata ad inizio settimana quando l’Unione Europea ha dato il via libera alla quinta rata del prestito alla Grecia, un prestito che ha messo il Paese ellenico al riparo da un terribile default. Ebbene le due principali agenzie di rating, Standard & Poor’s e Moody’s , hanno fatto due mosse che nel volgere di poche ore hanno messo di nuovo in ginocchio i mercati con enorme beneficio per gli speculatori. La prima è stata Standard & Poor’s la quale lunedì ha fatto sapere che il piano di partecipazione volontaria delle banche private al salvataggio della Grecia poteva essere interpretato come un default temporaneo  della Grecia. La notizia ha dato una mazzata ai mercati e reso quasi vano il piano di salvataggio con la brusca frenata delle banche private che sono corse a riacquistare i titoli greci in scadenza che chiaramente sono schizzati in alto con un costo sul debito greco di milioni di euro. Martedì è stata la molta di Moody’s la quale ha repentinamente abbassato il rating del Portogallo declassando i suoi titoli di debito a “spazzatura” (junk bond). Anche in questo caso per gli speculatori è stata festa grossa.

La reazione europea non si è fatta attendere. La prima a intervenire è stata la più autorevole di tutti, la tedesca Angela Merkel, che ha fatto notare come le agenzie di rating si contrapponessero alle decisioni degli Stati sovrani e dell’Unione Europea per mero interesse e, soprattutto, ha messo in dubbio l’attendibilità e l’affidabilità dei dati diffusi dalle agenzie chiedendosi anche se non si il caso di creare una apposita agenzia europea di rating. Dopo la Merkel è stato il commissario degli affari economici della UE, Olli Rehn, a porsi il dubbio sulla “onestà” delle agenzie di rating e a chiedersi chi ci fosse dietro a queste manovre speculative. Infine il Presidente della Commissione Europea, Barroso, faceva notare come fosse molto strano che nessuna delle agenzie di rating fosse europea, insinuando così il dubbio che alle spalle delle agenzie ci fossero personaggi che oltre a speculare tramano contro l’Unione Europea.

A rafforzare il dubbio che dietro a queste agenzie ci sia un gruppo di speculatori arriva proprio in questi giorni la sentenza contro il crack Parmalat. Fu infatti proprio Moody’s che a poche ore dal crollo delle azioni Parmalat consigliava di acquistare i titoli dell’azienda italiana giudicandoli “molto affidabili”. Sappiamo come andata a finire.

Le domande da porsi ora sono quindi: chi controlla le agenzie di rating che con i loro giudizi influenzano i mercati di tutto il mondo? Chi verifica i dati in loro possesso e se i report (giudizi) che emettono si basano su presupposti giusti o sono solo manovre speculative? Chi ha dato a queste agenzie il potere di decidere della finanza mondiale?

Intanto prende sempre più forza l’idea di creare una agenzia di rating europea e di imporre ai mercati di non “affidarsi” ai giudizi delle agenzie americane. Un vero e proprio giro di vite contro le principali agenzie di rating ormai palesemente mezzo speculativo per gli squali della finanza d’oltre oceano. Ma c’è anche la volontà di capire chi o cosa ci sia dietro a queste agenzie nate praticamente dal nulla e che nessuno ha investito di alcun potere di giudizio.

Tamara Rinaldini

TAGGED: affidabilità agenzie di rating, agenzie di rating, borse europee, chi c'è dietro alle agenzie di rating, crisi grecia, crisi in europa, crisi portogallo, economia, Moody’s, salvataggio grecia, speculazioni finanziarie, Standard & Poor’s, titoli greci, titoli italiani, titoli portoghesi

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