Hamas sta cambiando la sua strategia d’offesa visto l’impossibilità di colpire obiettivi civili israeliani con i missili prodotti a Gaza o importati dall’Iran.
L’efficacia dimostrata dal sistema Iron Dome nell’intercettare i missili lanciati da Gaza verso Israele ha convinto la dirigenza militare di Hamas a concentrarsi sulla costruzione di piccoli droni piuttosto che continuare a costruire missili e razzi inefficaci.
E’ questo l’ultimo allarme lanciato dalla intelligence israeliana che fa notare anche come il sistema oltre ad essere più economico e facile da costruire o importare, potrebbe facilmente superare il sistema di difesa Iron Dome studiato per intercettare missili e non piccoli droni.
A dare l’imput sono stati per primi i ribelli siriani i quali qualche giorno fa hanno dimostrato di essere in grado di attaccare con piccoli droni anche le basi russe più difese aggirando a piè pari le sofisticate difese russe. L’attacco alla base aerea russa di Khmeimim è l’esempio di come piccoli droni armati di missili o carichi di esplosivo possano facilmente aggirare le misure difensive.

Non è la prima volta che Hamas si concentra sui droni. Già in passato i terroristi che tengono in ostaggio la Striscia di Gaza avevano mostrato un prototipo di drone costruito a Gaza il quale era in grado di trasportare un certo numero di bombe o di essere caricato con esplosivi. In alcune occasioni era successo che droni partiti dall’enclave palestinese venissero intercettati dall’aviazione israeliana, ma in nessun caso si era pensato che potessero diventare l’arma di offesa principale da usare contro Israele.
Cosa è cambiato?
Cosa è cambiato allora? Della precisione di Iron Dome nell’intercettare i missili abbiamo già detto, ma quello che veramente è cambiato è stato l’introduzione di tecnici iraniani a Gaza, tecnici in grado di insegnare ai terroristi come assemblare piccoli droni “a perdere” e persino droni sofisticati del tipo di quelli che stanno usando gli Hezbollah. La facilità di importare i componenti, magari nascosti in mezzo agli aiuti militari, ha fatto il resto. E’ più facile importare componenti utili alla costruzione di droni che componenti per i missili. Non solo, oltre ad essere provato che i droni riescono ad eludere anche le difese più sofisticate, è appurato che si possono assemblare con una spesa minima, solo qualche centinaio di dollari per ogni drone contro le migliaia di dollari che servono per assemblare un missile.
Negli ultimi mesi i controlli israeliani sui beni che entrano a Gaza hanno scoperto in diverse occasioni materiali cosiddetti “a doppio uso” alcuni dei quali potevano essere usati come componentistica per i droni. Si poteva pensare a qualcosa di occasionale o a droni da utilizzare per spiare le posizioni israeliane, ma l’allarme lanciato dalla intelligence israeliana parla di qualcosa di più specifico, qualcosa che assomiglia a un cambio di strategia da parte di Hamas piuttosto che a costruzioni occasionali. Per questo i controlli sulle merci che entrano a Gaza sono stati ulteriormente intensificati mentre è stata distribuita agli addetti ai controlli una lista di componenti “a doppio uso” che potrebbero servire ai terroristi per costruire questa nuova arma offensiva che mira a prendere di sorpresa le difese israeliane.