Se vuoi sapere veramente come funzionano le cose in Medio Oriente, o almeno vuoi cercare di capirci qualcosa, devi sentire cosa dicono i vecchi marpioni di CIA e Mossad.

Sulla recente alleanza israeliana con gli Stati del Golfo vi sono diverse linee di pensiero. C’è chi la vede come una cosa positiva, come l’inizio di un periodo di pace. Chi la vede con diffidenza: «degli arabi non ci si può mai fidare». Infine c’è chi la vede come una opportunità per mettere a sedere l’Iran e, probabilmente, la Turchia che in prospettiva è più pericolosa degli Ayatollah.

Di questa ultima linea di pensiero ne sono fermi sostenitori grandi ex personaggi di CIA e Mossad. Marc Polymeropoulos, 26 anni in Medio Oriente per la Central Intelligence Service, parlando con Jeff Stein e Jonathan Broder di SpyTalk ha detto che i collegamenti segreti tra Israele e diversi paesi arabi non sono affatto una novità. La grossa novità sta nel fatto che ora questi collegamenti non saranno più segreti, anzi, daranno il via al più grande cambiamento che la regione abbia mai visto.

“Apparentemente c’è abbastanza preoccupazione nei circoli di politica estera araba sull’Iran da credere che le loro popolazioni sopporteranno un’alleanza con Israele. Questa palese alleanza è il più grande cambiamento nella regione da decenni”

Secondo Jeff Stein e Jonathan Broder il Mossad era stato incaricato di lavorare segretamente ad una alleanza anti-iraniana. E questo ha fatto per molti anni agendo, sempre in segreto, con le intelligence dei paesi del Golfo.

«Adesso che hanno stabilito relazioni diplomatiche, le relazioni di intelligence possono ora espandersi», ha detto Polymeropoulos.

«Il Mossad cerca sempre partner e, sebbene in passato abbiano lavorato sia con gli Emirati Arabi Uniti che con il Bahrain, si aspettano che tali relazioni si intensifichino» ha detto ancora l’ex dirigente della CIA.

Gilead Sher, l’ex capo negoziatore di Israele con i palestinesi, osserva che il Mossad ha svolto a lungo un ruolo chiave negli affari diplomatici, una necessità particolare con gli stati arabi con i quali Israele aveva solo rapporti segreti. Per cui se oggi si è arrivati a relazioni ufficiali lo si deve solo al Mossad.

“Il Mossad si è sempre visto come un ministero degli esteri alternativo ed è perfettamente a suo agio nel mantenere relazioni con i governi – e certamente con le agenzie di intelligence e di sicurezza – in nazioni che non riconoscono ufficialmente Israele”

Cosa succederà adesso? A parte l’intensificarsi delle operazioni congiunte di intelligence in chiave anti-iraniana, ora c’è una seconda minaccia da affrontare oltre a quella rappresentata dall’Iran, la Turchia.

Erdogan sta creando i presupposti per diventare più pericoloso degli Ayatollah iraniani e se prima l’alleanza israeliana con i Paesi del Golfo poteva essere vista solo in configurazione anti-iraniana, ora i nemici da temere sono due e il secondo non sarà affatto facile da “sistemare”.