Angola, il paradiso dei finanzieri di Hezbollah [report]

10 Ottobre 2018

Chi poteva mai pensare che in Angola si potessero rifugiare i terroristi ricercati di Hezbollah e che il Paese africano diventasse il centro più importante per i finanzieri del terrorismo islamico da dove, attraverso ditte di comodo, accumulano miliardi di dollari con traffici illegali di ogni tipo che vanno dal traffico internazionale di droga a quello dei diamanti insanguinati.

Eppure è così. I servizi segreti occidentali monitorano da diverso tempo le attività di Hezbollah in Angola e quello che ha scoperto non solo è alquanto inaspettato ma dimostra come il terrorismo del gruppo libanese legato all’Iran sia un terrorismo di carattere internazionale, cosa che per altro noi di RR avevamo denunciato più volte svelando come i terroristi libanesi usassero il Sud America per i loro loschi traffici (qui le attività in Colombia e qui un rapporto sulle attività di Hezbollah in Sud America).

Ma quello che sta accadendo in Angola supera addirittura quello che gli Hezbollah e l’Iran stanno facendo in Sud America perché qui non hanno nemmeno bisogno di nascondersi, qui le loro attività sono alla luce del sole e vengono ben viste dal Governo locale.

Cominciamo da quelli che vengono considerati i banchieri di Hezbollah, Hatem Barakat e Kassim Tajideen. Ricercati dagli Stati Uniti, sono stati arrestati il primo in Brasile e il secondo in Marocco dove sono attualmente detenuti.

Il loro arresto non ha però fermato le loro attività in Angola dove possiedono una fitta rete di aziende attraverso le quali veicolano la droga in Europa, commerciano i diamanti prodotti proprio in Angola e riciclano il denaro sporco. In particolare la famiglia di Kassim Tajideen ha creato un fitta rete di aziende che veicola centinaia di milioni di dollari tra le quali le più importanti sono la Golfrate Holdings Lda, la Afri Belg Commercio E Industria Lda e la Grupo Arosfran Empreendimentos E Participacoes Sarl, già da tempo sotto osservazione dell’FBI che le ha etichettate come “entità terroristiche” ma fortemente protette dal Governo dell’Angola che ha fatto finta di “espropriare” queste ditte alla famiglia di Kassim Tajideen per poi riaffidarle a società di comodo che fanno capo ai figli di Tajideen.

Hatem Barakat è invece la mente del riciclaggio dell’immenso volume di denaro che Hezbollah ottiene dal traffico di droga dal Sud America e di recente anche da quello di diamanti. Arrestato dalla polizia brasiliana nella cosiddetta “zona Tri-Border” e attualmente detenuto in Brasile in attesa di essere estradato negli Stati Uniti che lo ritengono il banchiere di Hezbollah, Barakat ha fondato la Infornet Princesa, apparentemente una azienda con sede a Luanda, in Angola, che si occupa di elettronica e giocattoli (qui la loro pagina Facebook), in realtà il nome di comodo attraverso il quale passano decine di milioni di dollari sporchi frutto del traffico di droga per essere ripuliti.

Secondo l’FBI, l’intelligence americana e quella israeliana anche un altro finanziere di Hezbollah sarebbe in Angola. Si tratta di Adnan El Rahi, importante “ripulitore di denaro” il cui nome è emerso durante l’Operazione Perseo, una delle più grandi operazioni americane contro il sistema finanziario di Hezbollah.

I diamanti dell’Angola

L’Angola è il terzo produttore di diamanti africano ma fino ad oggi ha sfruttato solo in minima parte questo suo immenso patrimonio, per lo più a causa del rifiuto di molte compagnie internazionali a trattare con un Governo ritenuto corrotto. Per questo il Presidente Joao Lourenco ha imposto alle compagnie minerarie di vendere i diamanti ad un prezzo molto inferiore a quello di mercato.

Le intelligence americana e israeliana ritengono che Hezbollah si sia tuffata in questo business e che proprio dal mercato nero di diamanti stia guadagnando decine di milioni di dollari per finanziare le sue attività terroristiche. Nonostante l’Angola faccia parte del Protocollo di Kimberley, solo una minima parte dei diamanti estratti nel Paese vengono certificati. Hezbollah controlla o mira a controllare il restante mercato che per l’Angola rappresenta più della metà del mercato ufficiale.

E’ arrivato il momento che anche l’Europa riconosca Hezbollah come un gruppo terrorista

L’Unione Europea riconosce solo l’ala militare di Hezbollah quale un gruppo terrorista e non l’ala politica, una distinzione che per esempio non viene fatta dalla Lega Araba e dagli Stati Uniti che considerano tutto il movimento un gruppo terrorista. Ma è attraverso l’ala politica che viene finanziata l’ala militare ed è sempre l’ala politica che fornisce le “coperture” ai traffici illeciti e al riciclaggio del denaro sporco. E’ arrivato il momento che anche l’Unione Europea esca da questo strano equivoco. Hezbollah si sta potenziando in Sud America e adesso anche in Africa, è diventato uno dei più grandi cartelli della droga e presto lo sarà anche per i diamanti. La droga che commercia Hezbollah finisce in gran parte proprio in Europa e il traffico di diamanti viola palesemente il Protocollo di Kimberley che proprio l’Unione Europea si è impegnata a rispettare. Questo equivoco deve finire.

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