Ieri sera il Ministero della Difesa russo ha confermato le voci diffuse da diversi organi di stampa occidentali secondo cui la Russia aveva schierato i modernissimi missili S-300 in Siria. Lo ha detto il portavoce del Ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, con un comunicato ufficiale.
«Il sistema missilistico antiaereo S-300 è stato inviato alla Repubblica Araba Siriana» ha detto Igor Konashenkov. «Ricordiamo che il sistema S-300 è un sistema prettamente difensivo per cui non vediamo il motivo di tanta preoccupazione da parte dell’occidente» ha poi aggiunto Konashenkov.
Ma il problema che lascia perplessi è che gli S-300 sono missili antiaerei e antimissile in grado di colpire bersagli multipli nel raggio di 150 miglia (240 Km) ma i ribelli siriani non dispongono né di aerei né di missili. Per chi sono allora quelle batterie di missili? Da chi dovrebbero difendere la Siria? Il sospetto è che siano stati schierati per difendere il regime siriano e i loro alleati iraniani (compreso Hezbollah) da eventuali attacchi aerei americani e forse israeliani. Ricordiamo infatti che Israele ha colpito diverse volte convogli di armi che dalla Siria erano diretti a Hezbollah anche se non ha mai confermato di averlo fatto, mentre gli Stati Uniti hanno minacciato di colpire l’esercito siriano che sta massacrando la popolazione di Aleppo.
C’è poi un’altra cosa che non è ben chiara e cioè a chi sarà affidata la gestione degli S-300. Apparentemente sembra che sarà personale russo a gestire le batterie di missili, ma nessuno lo ha specificato e tecnicamente la loro gestione potrebbe essere affidata ai militari siriani il che cambierebbe non di poco le “regole di ingaggio”. Non è un dettaglio da nulla.
La Russia aveva già schierato altri sistemi d’arma avanzati in Siria, come gli S-400, ma erano posti intorno alle basi russe a comprensibile difesa delle navi e degli aerei russi. Questo “potenziamento” è invece incomprensibile se visto nel solo contesto della guerra in Siria e porta a porsi delle domande, prima tra tutte quella se al Cremlino prevedono uno scontro aperto con gli americani e per questo hanno deciso di potenziare la difesa del regime. Ma ci potrebbero essere anche altri motivi come per esempio la volontà da parte dei russi di dare copertura alle azioni iraniane e di Hezbollah impedendo agli aerei israeliani di attaccare le spedizioni di armi dirette ai terroristi libanesi.
Una cosa appare evidente: più ci si avvicina alle elezioni americane e più Putin alza il tiro ben sapendo che un Presidente in scadenza di mandato non ha voglia di impegnarsi in una tensione internazionale (Obama a dire il vero non lo ha mai fatto se non per far danni) e che anche dopo il nuovo Presidente avrà bisogno di tempo per insediarsi. Sinceramente questa evoluzione ci preoccupa parecchio così come preoccupa l’intelligence israeliana che da mesi monitora gli spostamenti delle truppe iraniane e di Hezbollah a ridosso del confine israeliano, truppe il cui numero si è moltiplicato nelle ultime settimane il che non lascia prevedere nulla di buono.
Scritto da Shihab B.