E’ ampiamente provato che il regime siriano ha fatto largo uso di armi chimiche in Siria ma la Russia di Putin si mette di traverso al Consiglio di Sicurezza dell’Onu e mette il veto su una risoluzione che avrebbe imposto sanzioni al regime siriano.

La risoluzione, presentata da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia e che andrà in discussione lunedì, vorrebbe imporre nuove sanzioni al regime di Assad dopo che nuovi rapporti di intelligence e un rapporto ONU hanno provato l’uso di armi chimiche in Siria da parte dell’esercito di Assad contro le popolazioni civili. Ma Putin non la pensa così e ieri il vice ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vladimir Safronkov, ha fatto sapere che se lunedì mattina la risoluzione sarà presentata la Russia farà valere il suo Diritto di Veto.

Lo scorso mese di ottobre le Nazioni Unite hanno prodotto un rapporto secondo il quale in almeno tre occasioni è stato provato l’uso di armi chimiche in Siria da parte dell’esercito di Assad. La sostanza usata per bombardare anche la popolazione civile è il cloro, vietato dalle convenzioni internazionali. Ma le prove di un uso più massiccio di armi chimiche in Siria sarebbero parecchie e arriverebbero da diversi rapporti delle intelligence occidentali, rapporti che però la Russia ritiene essere “di parte” e per questo poco credibili.

Molto secca la reazione degli Stati Uniti alla dichiarazione russa relativa all’intenzione di apporre il veto alla risoluzione. L’ambasciatore americano alle Nazioni Unite, Nikki Haley, si è chiesto quando la Russia la smetterà di fare da baby sitter al regime di Damasco e in una dichiarazione alla stampa ha detto che “o si è contro le armi chimiche o si è a favore, ma non ci può essere una via di mezzo. La Russia si deve decidere”. Poi ha definito l’uso di armi chimiche in Siria “un atto barbaro che non po’ rimanere impunito”.

Nonostante le tante prove il regime siriano continua a negare l’uso di armi chimiche in Siria e parla di “complicità dell’occidente con i terroristi”.

Dall’inizio del conflitto in Siria sono morte un numero imprecisato di persone che alcuni valutano nell’ordine di mezzo milione anche se è impossibile avere dati certi. Assad avrebbe dovuto consegnare tutte le armi chimiche in suo possesso e in parte lo ha fatto ma a un certo punto la consegna delle armi chimiche destinate alla distruzione si è fermata e non è chiaro di quante armi di questo tipo disponga ancora il regime siriano.

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