Quando nei territori palestinesi cominciano ad esplodere le bombe e l’obiettivo sono gli stessi palestinesi il segnale non deve mai essere sottovalutato. L’ultima volta che è successo ci siamo ritrovati Hamas alla guida di Gaza e una strage di dirigenti di Fatah senza precedenti.
Questa mattina il Premier palestinese, Rami Hamdallah, è stato fatto oggetto di un attentato dinamitardo che rischia di incendiare ancora di più la già difficile situazione tra Hamas e Fatah.
Era appena entrato nella Striscia di Gaza per andare a inaugurare un nuovo impianto di depurazione delle acque reflue quando un ordigno è stato fatto esplodere al passaggio del suo convoglio. Con lui c’era anche il capo della intelligence palestinese, il Gen. Majid Faraj.
Sia Rami Hamdallah che il Generale Faraj sono rimasti praticamente illesi mentre tra le guardie di sicurezza si contano almeno sette feriti in modo lieve.
Subito dopo l’attentato i funzionari dell’Autorità Palestinese hanno contattato il Coordinatore delle attività del governo nei Territori, il generale Yoav Mordechai, per organizzare l’uscita del primo ministro dalla Striscia di Gaza.
L’ordigno, piuttosto potente, era posizionato alla base di un palo della luce ed è probabilmente esploso leggermente in ritardo rispetto al passaggio della macchina dov’era il Premier palestinese investendo l’ultima macchina di scorta.
Le accuse di al-Fatah ad Hamas
Sin dai minuti immediatamente successivi all’attentato il partito del Presidente Mahmoud Abbas, Al-Fatah, ha indicato in Hamas il mandante e l’esecutore dell’attentato. Accuse pesantissime nei confronti di Hamas sono arrivate anche dall’ufficio di Presidenza dell’Autorità Palestinese che in una dichiarazione ha accusato Hamas di aver effettuato un “attacco codardo perpetrato contro l’unità del popolo palestinese”.
Intelligence israeliana: “dubbi su Hamas quale mandante”
Si potrebbe (e dovrebbe) tendere a pensare che un attentato contro Rami Hamdallah sia un attentato alla Autorità Palestinese e quindi ad Abu Mazen. In realtà la situazione potrebbe essere un tantino più complessa e non è affatto escluso che si volesse eliminare un uomo che insieme a Mahmoud al-Aloul è uno dei più probabili successori di Abu Mazen alla guida dell’Autorità Palestinese, con tutto quello che comporta una carica del genere anche su Al-Fatah e sulla OLP. Molti analisti della intelligence israeliana tendono per esempio ad escludere che dietro all’attentato al premier palestinese vi sia Hamas ma che invece vi sia una lotta interna a Fatah e quindi non si tratterebbe di un attacco all’Autorità Palestinese ma il tutto sarebbe legato alla guerra per la successione al Rais palestinese. Hamas potrebbe agire tranquillamente anche in Giudea e Samaria, non aspetterebbe che un obiettivo venisse in visita a Gaza per eliminarlo con tutto quello che comporterebbe. Terroristi si ma stupidi no.
E’ quindi cominciata la guerra per la successioni ad Abu Mazen? Tutto fa pensare che sia così e di certo questo non tranquillizza l’intelligence israeliana. Quando nei territori palestinesi cominciano a esplodere ordigni il passo successivo sono le autobombe.