Secondo testimoni oculari la battaglia in corso nella parte est della Repubblica Democratica del Congo tra l’esercito congolese, appoggiato per la prima volta da truppe delle Nazioni Unite, e i ribelli del gruppo M23 ha raggiunto picchi di violenza mai visti prima in Congo.
Dopo le prime importanti vittorie da parte dell’esercito congolese che hanno costretto i ribelli del M23 a ripiegare in tutta fretta nella loro roccaforte di Bunagana, i ribelli si sono riorganizzati e dall’alto delle loro posizioni di Bunagana e di altri villaggi bombardano incessantemente i villaggi sottostanti orami in mano all’esercito congolese. Al momento non si hanno stime esatte del numero dei morti ma un ufficiale della missione dell’Onu ha parlato di “scene orribili” e di “cadaveri sparsi ovunque”. Migliaia i civili in fuga.
I ribelli del M23, ormai chiusi nelle loro posizioni, hanno chiesto nelle ultime ore un cessate il fuoco ma continuano imperterriti a bombardare i villaggi. L’esercito congolese risponde con l’artiglieria pesante e con l’uso degli elicotteri forniti dalle Nazioni Unite nel contesto della nuova forza di intervento istituita dal Consiglio di Sicurezza lo scorso mese di marzo.
Un appello è stato lanciato ieri dalle Nazioni Unite affinché i ribelli del M23 depongano le armi, ma il leader dei ribelli, Bertrand Bisimwa, ha offerto solo un cessate il fuoco.
La zona est della RD Congo da anni è interessata da una serie di conflitti per il controllo delle ingentissime risorse minerarie. Nella guerra in corso sono coinvolti direttamente e indirettamente anche altri Stati tra i quali il Ruanda che arma e finanzia il gruppo ribelle M23, l’Uganda che finanzia piccoli gruppi di criminali (più che ribelli) che controllano le miniere di coltan e oro e la Cina che arma ambo le parti in conflitto in cambio del preziosissimo coltan.
Gli avvenimenti degli ultimi giorni con l’intervento diretto delle forse Onu a fianco dell’esercito congolese hanno sconvolto gli equilibri militari che da settimane si erano in qualche modo consolidati garantendo una sorta di tregua armata. Il fallimento dei colloqui di pace tra i ribelli del M23 e il Governo del Congo, che accusa il Ruanda di pesanti intromissioni, ha spinto il Governo congolese a scatenare una offensiva senza precedenti. Come sempre ambo le forze in campo non si curano molto dei civili con il risultato di centinaia di morti tra i civili e una massa umana in perenne fuga.
Claudia Colombo
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